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Alessandro Verri, voce Lega a Milano: "Quando la sinistra parla di verde ci fa neri"

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«L’estate milanese è il periodo più bello per vivere questa città». Giovane, giovanissimo: ha appena 28 anni. Alessandro Verri, però, è il capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Milano, metropoli nella quale è nato, è cresciuto e che vive a tutti gli effetti.«In estate, a Milano, trovi facilmente parcheggio», scherza, «a parte il caldo, mi piace da morire».
Verri, vuol dire che non è stato in vacanza? 
«No, no. Ci sono stato. Ma una settimana sola».
Dove? 
«In Italia, in Sicilia. Le mie sono state ferie rigorosamente italiane, made in Italy. È il Paese più bello del mondo e bisogna godercelo fino in fondo».
Però anche le ferie finiscono. Ieri mattina sono stati sgomberati gli ex bagni di via Esterle, quei locali che saranno destinati a una moschea. Cosa ne pensa? 
«Premetto una cosa importante. Noi non siamo contrari alle moschee, siamo contrari ai luoghi di culto abusivi: quelli nei sottoscala, che non sono controllati e non hanno regole. In via Esterle siamo sempre stati molto chiari: si tratta di un quartiere che sta diventando sempre più ghetto. Mettere lì un luogo di culto non è la scelta migliore perché si accentua un discorso di esclusione».
È un problema di sicurezza? 
«Anche».
A proposito, com’è la situazione sicurezza a Milano? 
«Sempre più drastica. Leggiamo quotidianamente scene di violenza, furti e rapine. È chiaro che a Milano c’è qualcosa che non ha funzionato. Ma non solo sotto l’aspetto della sicurezza, soprattutto per quanto riguarda le politiche sociali».
Cioè? 
«Abbiamo avuto una forte immigrazione, una politica delle porte aperte che ha visto arrivare qui un sacco di persone che non si sono integrate dato che il sistema dell’accoglienza milanese è andato in default. Il risultato è che adesso ci troviamo tantissimi ragazzi, soprattutto delle seconde generazioni, che non si sentono prima di tutto milanesi».
L’assessore alla Sicurezza del Pirellone, Romano La Russa (Fdi) dice: “Basta migranti in Lombardia”. Ha ragione? 
«L’ottica su cui sta lavorando il governo è bloccare gli arrivi in Italia. Il punto è che facciamo parte della Comunità europea e allora il problema deve essere gestito a livello europeo. Non possiamo essere un campo profughi. Abbiamo dimostrato di essere persone accoglienti, tant’è che a Milano abbiamo una popolazione di immigrati che è quasi il 15%. Benissimo, vuol dire che il nostro cuore è molto generoso: ma siamo arrivati al punto limite per cui stiamo facendo venir meno i servizi alla popolazione per darli a chi non ha il diritto di stare qui».
Senta, cosa si deve fare per rendere le strade più sicure? 
«Una misura che abbiamo già proposto ma che è stata ignorata dall’amministrazione del sindaco Beppe Sala è quella del taser in dotazione alla polizia locale. Avevamo fatto un ordine del giorno per la sperimentazione che non è ancora avvenuta: lo riporteremo in Consiglio, ma meglio ancora sarebbe se il Comune si prendesse del tempo per discutere il tema con delle sedute straordinarie e anche guardando quartiere per quartiere».
Quest’anno a Milano ci sono stati tanti episodi di vandalismo. Il blitz di Ultima generazione sulla statua equestre in Duomo, il costone della Galleria sfregiato dai writers... Cosa sta succedendo? 
«Milano sta diventando il paese dei balocchi dove tutto è permesso perché di controlli e di effetti giuridici ce ne sono pochi: è passato il messaggio che puoi venire qui e fare quello che vuoi. È un affronto perché queste persone, alla fine, imbrattano luoghi che sono simboli identitari. Se un’amministrazione lo permette vuol dire che non soltanto non sta amministrando bene, ma che se ne frega della tradizione e della cultura milanese».
Servono più controlli? 
«Spendiamo fior fior di soldi per il nostro patrimonio comunale: com’è possibile che i luoghi iconici della città siano lasciati alla mercé di chiunque?».
Palazzo Marino non si è nemmeno costituito parte civile nei processi... 
«Tasto dolente. Per Ultima generazione la cosa più assurda è proprio questa: il Comune non ci ha messo la faccia per non perdere quei tre voti degli eco-imbrattatoti. È inconcepibile che per un interesse politico si vada oltre la cultura e si tiri uno schiaffo all’identità di una comunità. Ma non ci sono solo questi episodi. Posso fare degli esempi?».
Prego. 
«Pensi al fatto che solo adesso abbiamo un bando (neanche l’assegnazione, siamo ancora alla fase di gara) per la riqualificazione dei caselli e dei dazi che sono diventati depositi di abbandono, tutti imbrattati anche loro. Le mura spagnole, poi, non sono adeguatamente valorizzate e la Loggia dei mercanti è un fiore all’occhiello ma è assaltata dalla delinquenza.
Questa amministrazione che rispetto ha per i nostri luoghi?».
A settembre voi leghisti porterete queste questioni in Consiglio? 
«L’occasione sarà quando, a breve, tratteremo il nodo della movida. Trovo assurdo che se lei cerca su Google “Navigli” i primi risultati che le escono non sono la bellezza del luogo che dovrebbe essere, ma notizie di accoltellamenti e risse e degrado. Mancano i controlli, sì, è vero. I presidi fissi. È come se il Comune se ne stesse fregando».
Cosa dovrebbe fare? 
«In questi giorni Palazzo Marino sta mettendo 21 agenti a guardare i rami secchi nei tre depositi creati per ospitare gli alberi caduti durante il nubifragio di fine luglio: e non ne mette altri a presidiare i luoghi della movida o quelli periferici che sono anche i più problematici? È un controsenso, una presa in giro».
Cambio argomento. La viabilità. Tra un mese aumenta il ticket di Area C. Un’ulteriore mazzata? 
«Aumentare il costo di Area C senza mettere delle deroghe per chi lavora o ha necessità è una follia. Di fatto si mettono le mani nelle tasche delle fasce più deboli. Avevamo chiesto delle esenzioni sulla base dell’Isee: il centrosinistra si è rifiutato dimostrando che vuole fare cassa e basta. Ma sulla viabilità avrei molto da dire».
Per esempio? 
«L’obbligo di istallare i sensori dell’angolo cieco sui mezzi pesanti. C’è un problema di sicurezza ed è giusto tutelare gli utenti deboli della strada, lo abbiamo visto anche ieri con l’incidente in piazzale Medaglie d’oro. Verissimo. Però bisogna ragionare con un po’ di serietà».
Cosa significa? 
«Basta chiedere alle associazioni di categoria: non sanno come fare a dotarsi di questi sistemi entro ottobre, non sanno quali realmente siano quelli omologati e autorizzati. Tra l’altro, chi li installa è intasato e non riesce neanche a fornirli perché tutti stanno facendo richiesta. Allora ragionano in maniera più puntuale: bisogna essere un po’ pragmatici. E poi i semafori...».
Scusi? I semafori? 
«Perché non farne di appositi per i ciclisti che hanno tempistiche differenti? Non si può sempre obbligare l’utenza a pagare. Il Comune cosa fa? Quali sono gli investimenti che ha fatto? Glielo dico io: sono irrilevanti rispetto ai costi che il singolo affronta».
I suoi colleghi di minoranza, Fratelli d’Italia e Forza Italia, pensano già alle amministrative del 2027. La Lega?
«Ci lavoriamo dal primo giorno in Consiglio comunale. Dobbiamo offrire alla città una classe politica che guardi anzitutto agli interessi dei milanesi non in maniera ideologica, ma pragmatica. E che non faccia perdere quelle occasioni che servono a Milano».
Ogni riferimento allo stadio di San Siro, mi par di capire, è puramente voluto. Adesso ci sono le Olimpiadi, rischiamo la figuraccia?
«I giochi invernali sono stati portati a casa anche grazie alla Lega che era al governo nel 2018. L’amministrazione di Milano, però, ha perso anche qui più di un’occasione. C’era la possibilità di riqualificare il Palasharp e siamo fermi e di fatto quel progetto è saltato; c’era la possibilità di dare una nuova vita all’Agorà, che è l’unico palazzo del ghiaccio di Milano, ma il pericolo è che non sia pronto in tempo. Anche sul palazzetto di Santa Giulia si sta andando a rilento. Potevamo giocarcela meglio. Le Olimpiadi sono un volano per riqualificare anche delle strutture necessarie per Milano, di fatto ci ritroveremo con delle aree mezzo abbandonate».
Non è che sta esagerando un po’? Mancano ancora tre anni, dopotutto...
«Sì, però per il Palasharp i soldi non ci sono. Tanto che hanno dovuto dare la disponibilità della Fiera per le gare di pattinaggio femminile».
D’accordo. L’emergenza casa. Il Carroccio cosa chiede?
«È il tema del futuro. C’è un’emergenza su cui si sarebbe dovuto intervenire dieci anni fa ed è stata completamente ignorata. Chiederemo risposte concrete».
Lei Salvini lo sente spesso?
«Questa è la sua città. Noi abbiamo il grande onere e onore di rappresentarlo dopo tanti anni che è stato in Consiglio comunale. Salvini ci tiene a Milano e ai milanesi. Lo sentiamo, non dico quotidianamente, ma quasi: i suoi consigli e le sue dritte ci sono assolutamente utili. Abbiamo un contatto continuo».
Ultima domanda. I nubifragi, i parchi, il verde. Occorre più attenzione o...
«La fermo. È una battaglia che va fatta, punto. Quest’amministrazione ha completamente fallito. Quando la sinistra parla di verde, i milanesi devono sapere li sta solo prendendo in giro». 

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