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Milano, Maria Federico "massacrata e calpestata per una borsa"

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Aggredita per la borsa e il telefono: Maria Federico, 21 anni, stava rientrando dal lavoro quando è stata assalita da un uomo egiziano di 29 anni. "Non ti do niente, te ne devi andare", gli ha urlato lei. E a quel punto lui l'ha colpita e strattonata. Erano le 3.40 di sabato 29 luglio e in via Brofferio, a Milano, non c'era più nessuno. Adesso la giovane, cameriera in un locale di Porta Venezia e studentessa di fashion design al Politecnico, ci mette la faccia, mostrando il volto sfigurato, i lividi e le abrasioni tra collo e mandibola.

"Sono provata, ma mantengo un atteggiamento positivo. Voglio continuare a vedere il buono nelle persone, senza scappare da Milano: sarebbe una sconfitta personale. Devo reagire, anche se adesso ho gli incubi e mi sembra di rivivere quei momenti. È la prima volta che mi capita di essere aggredita. Non so, magari mi farò aiutare da uno psicologo. No alla paura".

 

 

 

"La notte tra venerdì e sabato, dopo il turno, ho preso l’autobus in Repubblica: era pieno, nessun posto a sedere, insomma quando c’è gente mi sento più sicura. Ero stanca, forse il mio aggressore era a bordo e ha deciso di seguirmi. Alle 3.30 sono scesa a Dergano, insieme ad altre 6-7 persone, non una comitiva", ha raccontato la ragazza. Che poi ha aggiunto: "Mi sento strattonare dalla tracolla. Reagisco, non voglio consegnargli la borsa, dove ho i documenti e le chiavi dell’appartamento: abito da sola. Siamo in piedi, inizia una colluttazione e io urlo, urlo forte. Mi difendo. Ha occhi feroci. Poi mi ritrovo a terra, non ricordo com’è successo, dove mi abbia colpito, se al volto o alle gambe. Qualcosa ho rimosso".

Alla fine qualcuno ha sentito le sue urla e ha messo in fuga l'aggressore. Poi l'arrivo della polizia. "Due volanti. Inizialmente parlo al telefono con un agente, do una descrizione sommaria dell’aggressore. Ne ricordavo l’altezza, circa un metro e 80, e gli abiti insieme alle scarpe da tennis. Poco dopo mi richiamano perché hanno individuato due uomini, non distanti. Riferisco: "Indossava una maglietta chiara a tinta unita”. Me lo portano mentre sull’ambulanza mi stanno medicando: “Sì, è lui”. Quindi vado in Questura a sporgere denuncia - ha spiegato Maria -. Mi è stato detto che è un uomo senza precedenti e senza casa. E che subirà un processo per direttissima. Spero non torni libero dopo pochi giorni".

 

 

 

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