Scontrino-scandalo a Milano: cappuccio e brioche, ecco il conto
"Milano mia". Come dire: che mi combini? Matteo Caccia, giornalista di Radio 24, pubblica su Twitter uno scontrino, dopo una colazione al bar. "Un cappuccio e una brioche 8 euro", scrive, senza troppi commenti. Ma il tono, sconcertato, è evidente. Non siamo in una costosa città d'arte del Nord, come Venezia o Firenze, celebri per i costi proibitivi di alcuni locali acchiappa-turisti, magari con vedute pittoresche da cartolina che (almeno in parte) potrebbero giustificare il prezzo del "biglietto".
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Siamo all'ombra della Madonnina, anche se non è dato sapere se in pieno centro, magari nei pressi di luoghi di grande afflusso come piazza Duomo, la prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele, il quadrilatero della moda extra-lusso tra via della Spiga e Montenapoleone. Oppure i Navigli, la basilica di Sant'Ambrogio o il Cenacolo vinciano, un po' le "vetrine" e i salotti della città per i visitatori e i locali.
Resta il salasso, un prezzo che a prima occhiata sembra decisamente spropositato. Nel dettaglio, il cappuccino è costato allo speaker 5 euro, mentre la brioche (ripiena, per la cronaca), "solo" tre.
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Siccome laddove c'è scontrino (gonfiato) c'è polemica, ecco su Twitter piovere i commenti. E non tutti sono all'insegna dell'indignazione. "Non sei in un bar qualunque; forse in una pasticceria, forse non al banco. Magari in pieno centro. Suvvia… sono cose che si sanno". "Perché sei andato in un posto così caro? Milano è grande e varia". "Ci sono bar da 2,80 euro per entrambi... dipende dove si va, se ci si siede e ci si fa servire". Insomma, piano con le accuse generalizzato alla Milano, l'altro ieri "da bere" e oggi... da pagare.
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