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Aereo Delta Airlines da Milano a New York: come lo ha ridotto la grandine

Roberto Tortora
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Desta ancora molte polemiche la distruzione del muso dell’aereo che da Milano Malpensa avrebbe dovuto volare verso New York nel giorno del nubifragio in Lombardia. Il velivolo della Delta Airlines poteva decollare o non c’erano le condizioni minime di sicurezza? L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo sta raccogliendo il materiale per cercare di capire se sussistono gli estremi per avviare un’inchiesta.

 

 

 

Nel momento in cui il Boeing 767-300 era in fase di preparazione al decollo, alle 12:33 del 24 Luglio scorso, c’era un temporale registrato poco a ovest dell’aeroporto, nel cui nucleo erano già stati notati grandine e fulmini. Alle 12:47, infatti, un Airbus low cost EasyJet abbandona la pista, perché il comandante ritiene che non ci siano le condizioni minime per decollare.

 

 

 

Quattro minuti dopo, però, avviene l’opposto sul volo Delta Airlines. In quel momento la tempesta non solo si è intensificata, ma i chicchi di grandine sono aumentati di volume, raggiungendo i 5cm di diametro. E ci sono più fulmini. Perché allora si è deciso di partire?

 

 

 

Alle 13, infatti, il volo DL185, si è trovato nel cuore del temporale ed è stato colpito da chicchi di grandine da 4 centimetri che hanno danneggiato il muso, parte delle ali e dei motori e bucato uno dei finestrini sul lato del comandante. Il che lo ha costretto a lanciare l’allarme, a scendere di quota e a virare verso Roma Fiumicino per atterrare senza ulteriori problemi.

 

 

 

Il Corriere della Sera ha contattato, allora, quattro piloti a cui è stato chiesto come sia stato possibile decollare in quelle condizioni. E questi hanno confermato che, al di là dei dati elettronici, si vedeva a occhio nudo che non ci fossero le condizioni per partire e vorrebbero capire perché il comandante del volo Delta Airlines non abbia seguito la stessa linea di quello della EasyJet. Forse la strumentazione non era adeguata?

 

 

 

“I nuovi radar a bordo sono decisamente precisi”, dice uno dei comandanti, anonimo, perché non autorizzato dalla propria compagnia a discutere di questioni che riguardano altri vettori. “Scarsa conoscenza del meteo locale che, in quel caso, non ha aiutato nel prendere la decisione”, commenta un altro pilota. “Possiamo supporre che ci sia stata una serie di errori, ma non sappiamo tutto della vicenda”, commenta invece Brad Guay, di Meteomatics. Dalla compagnia, invece, è arrivato solo un commento del portavoce: “Delta conferma che la sicurezza è la sua massima priorità e sta indagando sull’evento”.

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