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Acquapark per sole donne musulmane, la Lega insorge

Claudia Osmetti
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Per metà avvolto dal mistero, per l’altra metà dalle polemiche. Il «primo evento in acquapark per donne musulmane» di Limbiate, in provincia di Monza e Brianza, è già un caso. Primo perché, di preciso, dove si terrà non si sa: vai sul sito bahja.it, che è quello che sponsorizza l’evento, leggi il programma, guardi qualche foto, ma di capire esattamente dove non c’è verso. L’unica cosa chiara è che il biglietto d’ingresso costa 27 euro per gli adulti e 15 per i bambini. Anzi, per le bambine. Perché la giornata è riservata solo alle donne che «quindi, in generale, potranno stare senza hijab», cioè senza il velo che copre solo i capelli, anche se «consigliamo comunque di munirsi di burkini o di un cambio di riserva per poter valutare personalmente».

E secondo perché «si preannuncia un party all’insegna della segregazione, nel quale mancheranno anche alcune misure di sicurezza, con le telecamere di sorveglianza che verranno spente per permettere alle ospiti di trascorrere una “giornata di sole libere dagli sguardi indiscreti”, come promette la pubblicità». A dirlo, senza tanti giri di parole, è l’eurodeputata del Carroccio Isabella Tovaglieri, 36 anni, lombarda di Busto Arsizio. È lei che si è accorta della manifestazione. E ha provato ad approfondire, a cercare informazioni su quello che viene definito (nei social network) come «il primo acquapark per donne musulmane».

 

 

LO SCONTO
C’è pure uno sconto del 30% per chi prenota in anticipo. Quel che è certo è che l’evento si terrà tra una settimana esatta, ossia sabato prossimo, l’8 luglio e «non vediamo l’ora di accogliervi calorosamente e di farvi vivere una giornata straordinaria in chaa Allah» (più o meno, letteralmente, “nella volontà di Allah”, ndr). Seguono, su Facebook, le solite emoticon con un fiore, un bicchiere di cocktail (rigorosamente analcolico, si capisce), un’ombrellone e il sole battente. Quattro piscine, una olimpionica, oltre 2mila metri quadrati di parco (non pubblico, a quanto pare: e nulla di male, sia chiaro, che un privato affitta a chi vuole, è il mercato), scivoli, trampolini e privacy. Soprattutto privacy. Forse pure un po’ troppa visto che «è assolutamente vietato fare foto o video e abbiamo intenzione di ricordarlo bene», che «non ci sono palazzi alti attorno alla location» (nessun occhio indiscreto, quindi) e che «non ci sono nemmeno telecamere di sorveglianza».

 


SENZA IMBARAZZI
In questo modo, continua Tovaglieri, «il sito che promuove il party garantisce alle proprie ospiti di poter uscire dalla vasca “con il burkini senza imbarazzo” e di poter “conciliare la bellezza e l’orgoglio dell’hijab con il bisogno di svago”. Ma quello che lascia davvero sgomenti», spiega la leghista, «è la possibilità di acquistare un biglietto ridotto per le bambine fino ai nove anni che, in questo modo, vengono indottrinate prematuramente e in modo subdolo, anche attraverso un’occasione di svago, alla segregazione e alla sottomissione». Limbiate, 2023. Ché si parla tanto di immigrazione, di integrazione, di tolleranza. E pure a ragione perché è l’unico modo per superare il nodo migratorio, ma poi «non possiamo più accettare l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile», sbottala deputata europea della Lega, «quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente».

 


Intanto sui social il marketing dell’evento spopola: su Tik Tok, su Facebook e su Instagram in tantissimi (pardon, tantissime) chiedono informazioni e dettagli. Sarà presente uno staff di bagnine ed è prevista anche l’animazione per le più piccole. Giusto per dire: dalla stazione di Milano centrale si sta pensando a un servizio di navetta per raggiungere Limbiate, e lo stesso si sta facendo da Piacenza. Alcune di queste sembra che siano pianificate dal centro culturale islamico di Brescia.

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