A Milano i trasfertisti da Napoli: choc, cosa rubano (nel giorno di San Valentino)
Uagliò, statevene accuorte! E, invece, la banda dei tre trasfertisti napoletani saliti a Milano per rubare dal polso dei vip orologi di lusso, non lo sono stati per nulla. E sono finiti in gattabuia con al polso un oggetto diverso da un cronografo di pregio. La sicumera ha giocato loro un brutto scherzo: avevano perfino detto alle fidanzate di arrivare al nord per festeggiare San Valentino dopo la messa a segno di due colpi eccezionali. Gli agenti della squadra mobile agli ordini di Francesco Federico e di Marco Calì li hanno fermati a Paderno Dugnano, dove la gang aveva la base logistica in un appartamento. Così Vittorio Sorriente, 20 anni, Antonio Pipolo, 24, e Antonio Fort, 27, hanno concluso la trasferta romantica in una volante della Polizia. I tre arrestati hanno tutti precedenti per reati contro il patrimonio e per porto abusivo di armi. L’anziano del gruppo, però, ha nel suo palmares anche una condanna per tentato omicidio.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare, però. Va detto che il gruppetto di trasfertisti stava cerando un salto di qualità sia nella scelta, molto oculata, delle vittime predestinate, soltanto personaggi noti non solo per il portafoglio, sia nella metodologia operativa. Distante da quella usata da altre batterie partenopee, perché più violenta e corredata anche dall’utilizzo di pistole caricate a salve, usate per spaventare i destinatari degli assalti. Un errore, perché proprio la modalità ha messo sulle loro tracce i poliziotti. La sera di San Valentino, a una semaforo di via Canonica, nella lussuosa zona milanese di viale Elvezia, a bordo di tre motoscooter, hanno affiancato una Audi R8. Alla guida c’era un conosciuto procuratore di giovani calciatori, 34 anni. Il Rolex Yacht master al polso del manager, coni suoi 40mila euro da listino, brillava particolarmente e aveva ingolosito i rapinatori, non a caso in quel punto della città. Così è scattato il modulo specchietto: un urto e via per invitare l’uscita del braccio. Ma hanno fatto male i conti perché, come hanno verbalizzato gli agenti, la colluttazione che è seguita ha fatto sì che l’orologio cadesse all’interno, nella tasca dello sportello del lato guidatore. Ai tre malviventi non è rimasto che scappare esplodendo alcuni colpi a salve in aria.
Scenario molto simile all’episodio su cui la squadra mobile stava indagando da quattro giorni. Venerdì 10 febbraio, infatti, nel mirino dei trasfertisti romantici era finito Luca Macaluso, 38 anni, noto come “il dentista dei vip”, senz’altro di fascia reddituale medio alta visto che per guardare l’ora consultava un Rolex Daytona d’oro da 120mila euro. Macaluso era stato seguito da via Farini fino a casa. La sua reazione aveva colto di sorpresa i rapinatori che se la sono data a gambe esplodendo in aria, ecco l’indizio, colpi a salve con la pistola che avevano puntato contro il dentista. Due più due fa quattro: la Polizia ci ha messo poco a comporre il puzzle, arrestarli e sequestrate i tre scooter usati in via Canonica la sera di San Valentino. Ma potrebbe non esser finita qui. I due mega-scippi non andati a segno presentano molti punti simili alla rapina violenta subita il 10 gennaio da Alessandro Del Bono, 57 anni, amministratore delegato della Mediolanum farmaceutica. Mentre parcheggiava la sua potente automobile nel box di casa, non distante da corso Monforte, fu aggredito e derubato di un prezioso Patek Philippe. Nel giro di pochi mesi questo è il terzo articolo che scriviamo su bande organizzate, autoctone e transregionali, dedite al furto di cronografi di pregio. La domanda è sempre la stessa: chi tira le fila di questo deep-mercato?