Carcere Beccaria, materasso bruciato: tre agenti in ospedale
Nuova notte di disordini al carcere minorile Beccaria, nella periferia Ovest di Milano. In una cella è stato incendiato un materasso e tre agenti penitenziari sono stati sottoposti a controlli in ospedale. Le loro condizioni, fortunatamente, non destano preoccupazioni. Dallo stesso istituto erano evasi sette giovani a Natale, poi tutti rientrati o catturati nei giorni successivi. "C'è un problema di gestione negli istituti penali per minorenni che va affrontato - ribadisce Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa polizia penitenziaria -. E le recenti direttive della direzione generale del personale sembrano puntare più a mettersi a posto con le carte che non a risolvere compiutamente le criticità".
Quanto accaduto nelle ultime ore riaccende i fari su una struttura modello, fino a qualche anno fa, e ora nel caos per questioni politiche e organizzative. Il giorno di Natale, l'esempio perfetto dello stato d'abbandono in cui versano le autorità del penitenziario: i 7 giovani avevano chiesto a una guardia di poter giocare a calcio nel cortile durante l'ora d'aria. Una volta assentatasi la guardia, hanno utilizzato il ponteggio dei lavori edili e scavalcato la recinzione, calandosi poi fuori con dei lenzuoli. All'interno del carcere, la giornata era finita tra violenti proteste e un tentativo di rivolta, anche in quel caso con materassi bruciati e quattro agenti finiti in ospedale.
La protesta dei detenuti e quella degli agenti è, nemmeno troppo paradossalmente, la stessa: pessime condizioni di vita. Manca personale, con carenza di sicurezza sia per i giovani detenuti sia per le guardie di turno. E mancano gli educatori, minando alla base il percorso di recupero che dovrebbe essere il presupposto di un carcere minorile.