Valditara "mandante della loro morte"? Il ministro denuncia
Ormai vince chi la spara più grossa e tocca anche leggere che un gruppo di studenti estremisti possa dare dell'assassino al ministro Giuseppe Valditara. Che sarebbe uno dei "mandanti" delle morti durante gli stage. Un linguaggio truculento, pieno di gravi accuse, che trascinerà la cosiddetta «rete degli studenti di Milano» direttamente in tribunale, perché il titolare del dicastero dell'Istruzione si è stancato di insulti e minacce. E quindi querela assicurata. Anche perché le pesantissime parole degli «studenti» arrivano mentre lo stesso Valditara proprio in questi giorni è stato impegnato in una iniziativa di indubbio valore morale a Cracovia: alla sinagoga Remah di Cracovia il ministro ha firmato un protocollo di intenti fra il Ministero e l'UCEI che sancisce la collaborazione per promuovere nelle scuole italiane iniziative che contrastino l'antisemitismo. Alla cerimonia hanno partecipato Noemi Di Segni, presidente dell'UCEI, e Ariel Finzi, rabbino capo della comunità ebraica di Torino.
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«Quando avevo 21 anni», ha raccontato il ministro Valditara, «il viaggio della memoria non si faceva, io me lo feci da solo, al campo di Dachau, e toccai con mano gli abissi cui può arrivare la depravazione dell'essere umano. Nel 2000 da assessore provinciale a Milano organizzai un incontro con gli studenti e Liliana Segre, e fu un momento toccante e terribile. Noi abbiamo la responsabilità del ricordo, perché il vero rischio è che alla fine ci si abitui. In alcuni Paesi europei il 20 per cento degli studenti nemmeno sa che cosa sia stata la Shoah, mentre l'antisemitismo sta risorgendo in Europa: vuol dire che non abbiamo lavorato abbastanza con le coscienze». Nello stesso tempo, rimbalzavano le gravissime accuse a Valditara e non solo a lui: «Le tre morti che si verificano ogni giorno, oltre ai tre studenti morti in stage, non sono morti bianche, bensì posseggono dei mandanti ben precisi: da Confindustria a Mario Draghi, dall'Inail a Valditara, tasselli che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo. Non si può morire di scuola!».
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IL DELIRIO
Questo il delirio della Rete degli Studenti di Milano. «Abbiamo "sanzionato" la sede Inail di Milano a seguito del mancato risarcimento alla famiglia di Giuliano de Seta, morto in alternanza scuola-lavoro nel settembre scorso; risarcimento che è stato negato con la motivazione paradossale della mancanza di qualifiche di Giuliano, nemmeno considerato stagista a tutti gli effetti. Noi crediamo sia l'ennesima riconferma di un fatto ormai accertato e palese: lo stato non è interessato alla scuola, e men che meno a risolvere un problema ormai palese, ovvero la mancanza di sicurezza sul lavoro nel nostro paese», aggiungono. «In un'Italia dove si verificano quasi tre morti sul lavoro al giorno, dovute alle inadempienze delle imprese nei confronti dei protocolli di sicurezza, dovute allo sfruttamento intensivo, alla mancata regolarizzazione dei contratti, che rimangono strumenti di ricatto nelle mani del datore di lavoro, è impensabile inserire ragazzi non qualificati e non tutelati, né dal punto di vista della sicurezza né da quello della legalità, nei contesti lavorativi attraverso i progetti di PCTO, che si mostrano definitivamente per quello che sono: educazione allo sfruttamento ed alla precarietà», concludono.
Secca la risposta di Valditara: «Ho dato mandato ai miei avvocati di querelare i responsabili di queste dichiarazioni infamanti e gravemente diffamatorie. Con gli autori di questi comunicati non voglio aver nulla a che fare». Ed è evidente che questi gruppi insisteranno con una deriva estremistica che puzza tanto di sinistra che eccita gli animi contro chiunque rivesta incarichi di governo. E rischia di diventare una situazione sempre più complicata, che sarà complicato riuscire a gestire. Perché dietro questi "studenti" ci sono organizzazioni politiche e intellettuali di riferimento che non perdonano agli italiani il voto di settembre scorso.