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Lecco, jet italiano "ufficialmente non consegnato" si schianta contro il monte Legnone: cos'è successo, davvero?

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Un jet italiano si è schiantato sul monte Legnone, in provincia di Lecco. Il drammatico incidente è avvenuto attorno alle 11.30: i due piloti a bordo sono riusciti a espellersi dall'abitacolo  lanciandosi con il paracadute prima dell'impatto con le rocce. Uno dei due è già stato trovato e messo in salvo dai soccorritori, accorsi sul posto a circa 1.800 metri d'altitudine. Proseguono le ricerche del secondo pilota. Il jet era un addestratore Alenia Aermacchi T-346A , impegnato in un volo di collaudo e non appartenente alla flotta dell'Aeronautica militare. Il velivolo - da quanto appreso - è decollato dagli stabilimenti della Leonardo di Venegono Superiore (Varese) intorno alle 11.15. Dopo aver seguito alcune manovre aeree tra il versante lecchese dell'Alto di Lago di Como e il territorio della provincia di Sondrio il jet ha impattato alle 11.40 la montagna a oltre 2.500 metri di quota.

 

 

 


Non si conoscono ancora i motivi che hanno determinato prima un incendio, visibile anche da molto lontano come testimoniano le foto postate sui social da molti utenti che parlano di "una palla di fuoco nel cielo",  e poi lo schianto. L'aereo era in fase di test preliminare per la successiva consegna alla forza armata committente e i due piloti sono entrambi collaudatori. Sul posto sono al lavoro tre squadre del Soccorso Alpino, di concerto con le strutture dell'Aeronautica Militare, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza. Collaborano alla ricerca del secondo pilota e al recupero del caccia anche due elicotteri dei soccorsi del 118, in perlustrazione. In genere, in queste missioni viene evitato il sorvolo di centri abitati proprio per evitare inconvenienti legati a possibili problemi tecnici del mezzo da collaudare. L'M346 è considerato tra i più moderni al mondo: oltre che dall'Italia è stato adottato da Israele, Singapore, Polonia e Qatar

 

 

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