Milano, 19enne molestata da stranieri e benpensanti muti: che errore fingere non sia un problema
Milano, notte di Capodanno, una trentina di "ragazzi stranieri", così almeno si legge nelle scarne cronache uscite sui media, circonda una ragazza di 19 anni in piazza del Duomo, la molesta sessualmente, ripetutamente. La ragazza finisce a terra travolta. La notizia è di quelle che in una società sana dovrebbe scatenare la indignazione collettiva e indurre a farci molte domande. Richiama alla mente le scene vissute a Colonia e in altre città tedesche la notte di Capodanno 2016. Anche allora le cronache riferirono che 70 su 73 aggressori, identificati come autori di gravi molestie sessuali avvenute nella città renana, erano stranieri.
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Ciò che è accaduto pochi giorni fa nel pieno centro di una metropoli fra le più avanzate d'Italia, fa parte di un fenomeno in realtà più ampio le cui avvisaglie si sono già avute nei mesi scorsi quando bande di giovani, per lo più immigrati, sono state protagoniste di risse, aggressioni e atti di teppismo nelle vie e nelle piazze centrali sempre a Milano. La risposta non può consistere ovviamente in politiche che prendano di mira l'immigrazione, non distinguendo il loglio dal grano, ma non può consistere nemmeno in un silenzio ipocrita, come se il problema non esistesse, nel timore codardo e complice di non essere politicamente corretti.
In verità accogliamo chiunque dando molti apparenti diritti, senza imporre in cambio doveri chiari e fatti rispettare. Siamo sempre pronti a rinnegare il nostro passato, colpevolizzandoci oltre misura, senza ricordare a chi arriva che ci sono valori indiscutibili, frutto di secolari conquiste, che vanno rispettati da chi vuole vivere insieme con noi, pena la esclusione dalla nostra società. E poi, ancora una volta, appare carente nelle grandi città la politica dell'ordine pubblico, troppo presa da nuove emergenze e poco attenta ad un presidio efficace del territorio. Il fatto avvenuto a Milano è grave, è indice di una mancata volontà di integrazione. Ancora più grave sarebbe lasciarlo passare nella indifferenza senza iniziare a predisporre efficaci contromisure.
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