Reddito di cittadinanza, figuraccia M5s: "Con un cacciavite". Ecco come i romeni tenevano in pugno i Caf
Come facevano i romeni a ottenere il reddito di cittadinanza? Presto detto: con la minaccia e le estorsioni. È capitato a un Caf milanese che ha tentato di ribellarsi. "Sia io che il mio titolare ci siamo rifiutati. Dopo qualche giorno, giovedì 8 luglio, all'apertura mattutina del patronato abbiamo trovato la serranda divelta e l'insegna sfilata dalla sua sede". L'operatore - spiega Il Giorno - non ha voluto violare la legge e avviare le pratiche a beneficio senza alcun requisito per ottenere il sussidio. grillino con le conseguenze prima citate.
Si tratta infatti di vere e proprie "condotte minacciose" da parte della banda di truffatori al centro dell'inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dal pm di Milano Paolo Storari, che ha portato a 16 arresti. In totale i romeni avrebbero intascato illegalmente oltre 20 milioni di euro, grazie ad alcuni operatori che presentavano le domande all'Inps in cambio di soldi sottobanco. E se si rifiutavano, ecco le minacce e le violenze. "La Stelica (uno degli arrestati, ndr) ha iniziato a urlare nella sua lingua rumena e ad insultare tutti in ufficio dove c'erano anche altri clienti - ha raccontato alla Gdf l'uomo, J.C.C. - il mio capo l'ha invitata ad andare via".
Finita qui? Neanche per sogno: un giorno "un rumeno di circa 30 anni, alto, grosso, palestrato e con tatuaggi sulle braccia mentre mi insultava vidi che aveva in tasca un cacciavite con il manico nero - ha spiegato il testimone - io avevo paura e tremavo. Il mio capo gli diceva che non si poteva fare e lui continuava a urlare, sbattere per aria le sedie dell'ufficio, dare pugni violenti sulla scrivania. Ha fatto tutto questo per circa un'ora e mezza e si è calmato solo quando il mio capo ha ceduto". Questo il meccanismo usato dai romeni per intascare i soldi degli italiani senza averne diritto.
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