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Milano, il grattacielo bruciato e una clamorosa svolta: "La vera causa dell'incendio"

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Nuovi dettagli sull'incendio divampato a Milano, nel grattacielo di via Antonini. Secondo le prime ricostruzioni a causare il rogo sarebbe stato un mozzicone di sigaretta lanciato da uno dei piani superiori. Da tempo infatti nel palazzo era in corso una "guerra" tra alcuni residenti per i mozziconi lasciati cadere dall'alto. Repubblica ricostruisce quanto sarebbe accaduto secondo gli investigatori, coordinati dalla pm Marina Petruzzella e dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Primi tra tutti a prendere fuoco sarebbero stati i sacchi di roba inutilizzata ammassata sul terrazzino dell'appartamento al 15esimo piano. Nel sopralluogo della procura e dei vigili del fuoco è invece stato trovato sul balcone un enorme ammasso di rifiuti, oggetti e materiale plastico andato completamente distrutto nel rogo, proprio nel punto dove i video dei passanti hanno documentato aver avuto origine l'incendio.

 

 

Ad avvalorare questa ipotesi anche una lettera inviata all'amministratore di condominio da parte di una residente al piano terra che lamentava la presenza dei mozziconi nel suo giardino. "Una sera ne ho trovate undici - conferma l'autrice della missiva al vaglio della procura - le ho raccolte tutte in un barattolo, ero pronta a portarle all'assemblea di condominio. Protesto da anni, oltre al principio d'incendio ci fu anche il caso di un dondolo bruciato da un mozzicone caduto dall'alto, in un'altra casa.

 

 

Ho coinvolto l'amministratore che ha mandato la raccomandata. Ma non si è mai capito chi fosse a gettare le sigarette di sotto". Non sono comunque stati accantonati i documenti sui pannelli del grattacielo. Le vele sono state costruite con materiale Larson PE, dalla ditta spagnola Alucoil. Ma da diversi certificati risulta che quel materiale fosse adatto solo per edifici di bassa statura e non per grattacieli e che fosse classificato a livello europeo come "normalmente combustibile". 

 

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