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Beppe Sala tiene chiusi 9 sportelli su 15: Milano, anagrafe ancora in lockdown

Claudia Osmetti
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Sta riaprendo tutto, gli unici uffici che restano chiusi sono quelli dell'anagrafe di Milano. In questi giorni si alzano le saracinesche per centri commerciali, mercati, e gallerie, addirittura si riattivano gli impianti di risalita in montagna e le palestre ripartono prima del previsto.

È il ritorno alla normalità: ma se vuoi rifare la carta d'identità, campa cavallo. Ci vuol pazienza. La panoramica è direttamente consultabile sul sito di Palazzo Marino: su 15 sedi in nove Municipi della Madonnina, solo 6 uffici dell'anagrafe risultano effettivamente aperti. E, ovviamente, previo appuntamento, dal lunedì al venerdì, salvo contrattempi. Come l'assemblea del personale che oggi (segnatevelo in agenda) sospende il servizio in via Larga fino alle 19. «È inaccettabile che in una città come Milano si resti fermi in questo modo» tuona il consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio De Pasquale. «Ieri, in via Larga, alle dieci del mattino c'era una fila di almeno 50 persone. E per fortuna che l'amministrazione di Sala pensa a una 'smart city'». Fuori dal centro va pure peggio. I Municipi 7, 4 e 3 sono del tutto scoperti. Però, il caso più emblematico è forse quello di via Sansovino. Lì, a due passi da Piola, è tutto bloccato dal febbraio 2020, cioè da più di un anno. «Siamo riusciti a far aprire circa tre settimane a ottobre, ma solo perché abbiamo fatto dei presìdi qui fuori», spiega Gianluca Boari, consigliere al Municipio 3 (Lega). Boari, a inizio maggio, ha scritto un'interrogazione diretta anche al sindaco Beppe Sala e all'assessore comunale ai Servizi civici Roberta Cocco per chiedere lumi su quella chiusura troppo prolungata: «Continuo a ricevere segnalazioni da parte dei cittadini», racconta, «i disagi sono all'ordine del giorno. Chi si è presentato allo sportello dell'anagrafe, non sapendo, e trovando chiuso. Chi ha ricevuto un stringato messaggio pochi giorni prima dell'appuntamento per vederselo annullato. Tanti anziani che non sanno come fare, perché non tutti abbiamo in casa un computer e sappiamo usare internet. Come è possibile che nelle cittadine dell'hinterland gli sportelli siano sempre stati attivi e a Milano no? Anziché preoccuparsi delle prossime elezioni, il sindaco dovrebbe preoccuparsi di far funzionare i suoi uffici. Ce ne guadagneremmo tutti».

Di mezzo c'è lo smartworking («La variabile principiale nell'attuale organizzazione dei servizi di front office del settore Anagrafe è data dalla percentuale di lavoro agile che l'Amministrazione deve applicare nei vari contesti organizzativi», scrive il Comune al Municipio 3, rassicurandolo anche sul fatto che «la sede sarà riaperta non appena le condizioni lo permetteranno») e, più in generale, l'efficientamento degli spazi. Da Palazzo Marino aggiungono anche che in realtà, «dati alla mano, non ci sono grossi problemi al momento. I milanesi scaricano da internet il 90% dei certificati, allo sportello si reca il 2% della popolazione. In più, edicole e tabaccherie sono diventate uno strumento importantissimo». Per quanto riguarda gli spostamenti sul territorio nazionale, le carte d'identità scadute sono prorogate d'ufficio fino al 30 settembre prossimo.

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