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Lombardia, la prima regione d'Italia a introdurre gli psicologi nelle scuole

Fabio Rubini
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Presto la Lombardia potrebbe diventare la prima regione d'Italia a istituzionalizzare in maniera permanente il servizio psico-pedagogico all'interno delle scuole. L'iniziativa è partita dal consigliere regionale Gigliola Spelzini (Lega), che nella vita extra politica fa l'insegnante pedagogista, e che pochi giorni fa ha presentato un progetto di legge per integrare la normativa regionale vigente con l'inserimento di queste due figure.

Il fine è quello di «colmare una lacuna del nostro Paese, che su questo fronte si presenta in grave ritardo rispetto agli altri Stati europei», spiega la stessa Spelzini. A dare una spinta al progetto, poi, ci sono i problemi legati a questo periodo difficile, che si manifesteranno soprattutto nel post pandemia. Per questo le istituzioni dovranno farsi trovare pronte ad intervenire. «Pensiamo ai ragazzi e al periodo che hanno dovuto affrontare: non eravamo pronti noi adulti, figuratevi loro...».  I problemi di cui parla il consigliere leghista non sono solo quelli legati ai disagi educativi provocati dalla Dad: «Provate a pensare ai figli di medici e infermieri che da oltre un anno vivono una situazione molto stressante. Figli che per settimane o mesi non hanno potuto abbracciare i propri genitori. Gli stessi genitori che si sono trovati ad affrontare una situazione difficilissima sul lavoro. È chiaro che queste situazioni possono creare problemi. Il fatto che nelle scuole ci siano finalmente figure che possano aiutare a tornare alla normalità è essenziale».

Concretamente il progetto di legge che a breve inizierà il suo iter nelle Commissioni, prevede l'inserimento di due diverse figure istituzionali: «Il pedagogista, che si dovrà occupare del benessere a livello cognitivo di chi è in difficoltà e che dovrà anche aiutare ragazzi e docenti nella delicata fase dello sviluppo delle competenze individuali e nella promozione di una didattica innovativa. Poi ci sarà lo psicologo - prosegue Gigliola Spelzini - che da un lato dovrà seguire i ragazzi a superare fasi difficili come lutti o situazioni pesanti all'interno delle famiglie e dall'altro sarà di supporto agli insegnanti e al personale scolastico non docente per prepararli ad affrontare gli alunni in questi momenti delicati». Il servizio che la Lega vuole introdurre, però, non riguarda solo il periodo pandemico e post pandemico, ma «diventerà un servizio permanente perché le difficoltà dei ragazzi non sono legate solo al Covid». Del resto «già oggi sono moltissime le scuole che raschiano i bilanci interni per riuscire a dotarsi di queste figure. Noi, con questa legge, andremo a dar loro una mano». 

Una volta approvato, il servizio psico-pedagogico verrà gestito da un Comitato tecnico regionale e dagli uffici scolastici provinciali. «Saranno le singole scuole ad inoltrare richiesta agli uffici scolastici, ai quali toccherà, anche in base alle risorse disponibili, decidere la giusta programmazione sul territorio». L'entità dei fondi (che verranno presi dai capitoli riguardanti il diritto allo studio) verrà definita dalla giunta regionale, che avrà anche un suo rappresentante (il governatore o un suo delegato) all'interno del Comitato tecnico. I tempi dell'approvazione dovrebbero essere abbastanza brevi, o almeno così si augura Gigliola Spelzini: «Presto inizieremo il lavoro in Commissione, dovremo fare audizioni e riunioni tecniche - spiega -, ma è chiaro che si deve fare in tempi rapidi. L'emergenza è dietro l'angolo». L'obiettivo minimo è quello di essere operativi per il mese di settembre quando, varianti permettendo, le scuole dovrebbero riaprire in presenza, «ma io spero di riuscirci anche prima», chiude Spelzini.

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