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Immigrazione, a Milano le spese folli del Pd: il Comune investe 1 milione ma trova casa a sole 22 famiglie

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Il Comune di Milano ha speso in 3 anni più di un milione di euro per integrare le famiglie di immigrati, ma in questo lasso di tempo solo 22 famiglie hanno trovato casa e autonomia abitativa. La denuncia arriva da Silvia Sardone, consigliera comunale della Lega ed europarlamentare. “Ogni volta che si parla di inclusione, integrazione, autonomia abitativa e lavorativa, i fallimenti del Comune di Milano sono a dir poco imbarazzanti" attacca la Sardone, che ha presentato sul tema una interrogazione all'assessore alle Politiche Sociali Gabriele Rabaiotti. "Ho scoperto infatti che in tre anni, dal 2018 al 2020, è stato speso oltre un milione di euro per la gestione dell'ex Caa di via Novara (ora diventato Centro di ospitalità temporanea) che ha accolto complessivamente 341 persone dimettendone solo 95 (22 famiglie, di cui una ha volontariamente deciso di non continuare l'accoglienza e un'altra non ha aderito al percorso di autonomia)". In sostanza solo il 27% degli ospiti ha trovato una sistemazione dopo esser passato dal centro.

Si tratta principalmente di nuclei famigliari di nazionalità romena, ma anche nordafricani, slavi, sudamericani; gli italiani che hanno trovato una casa dopo essere stati all'interno del centro sono stati 18 su 341, la stragrande minoranza rispetto al totale. Aggiunge la consigliera: "Oltre al fatto che grazie alla sinistra i nostri cittadini vengono puntualmente scavalcati in tutti i capitoli sociali e di fatto discriminati, va sottolineato lo spreco di risorse che il Comune compie ogni anno per la gestione di questi centri che servono poco a nulla: lo dicono i numeri”. In via Novara, fino a qualche anno fa, sorgeva un campo nomadi che successivamente era stato impiegato per ospitare anche i richiedenti asilo e, poi, per il progetto di accompagnamento abitativo.

Prosegue la Sardone: "Considerato che il centro ha accolto in media 100 persone all'anno, il trend è addirittura in ribasso: se nel 2018 sono state dimesse 49 persone (di cui 36 romene), nel 2019 si è scesi a 10 e nel 2020 si è risaliti a 36 (di cui 26 romene). Tra le persone dimesse, inoltre, ne troviamo anche cinque a cui è stata interrotta l'accoglienza per una mancata adesione al percorso di autonomia. Altre famiglie hanno deciso  volontariamente di non proseguire nel percorso di accoglienza".

Quello di via Novara 451 non è l'unico centro aperto dal Comune di Milano per l'integrazione. “Ricordo inoltre i fallimenti dei due Centri di Autonomia Abitativa di via Marotta e via Brambilla"  prosegue l'esponente del Carroccio, "dal 2016 a oggi, su 148 nuove persone accolte (tutti stranieri) solo 47 hanno trovato casa chiudendo il percorso cominciato: praticamente il 30%; ancora meno le persone che hanno trovato lavoro, appena 32 in totale nei 5 anni considerati (21%). Per non dimenticare il Cat di via Sacile, costato due milioni di euro, e smantellato dopo che tra il 2016 e il 2018 su 405 ospiti ben 223 non avevano concluso il percorso di inclusione (il 55%, più della metà). Ora basta, la misura è davvero colma: la sinistra smetta di sperperare risorse per progetti fallimentari già sul nascere e si preoccupi delle fragilità con misure concrete, studiate e mirate, senza che a pagare il prezzo maggiore siano come al solito gli italiani, ormai vittime del razzismo targato Pd”. 

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