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Milano, mondeghili e risotto: le perle della trattoria in zona San Siro. La recensione culinaria

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Tommaso Farina
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«Aperto tutti i giorni, la sera fino alle 22»: la rinascita comincia, a piccoli passi, governo permettendo. Lo dicono anche gli esperti del San Matteo di Pavia: le varianti del virus che arrivano sono sempre più simili tra loro, e ciò fa pensare che stia esaurendo la capacità di sopravvivenza. Questo, unito alla sempre maggiore percentuale di vaccinati, fa supporre che la battaglia contro il male dell'anno non sia persa, e anzi si possa concludere bene per tutti.

Così, i ristoratori cercano di profittare al massimo della riapertura: in molti casi i giorni di riposo sono aboliti, e dopo la grande stagnazione del periodo di chiusura, col delivery a fare da palliativo, la voglia di lavorare ha preso il sopravvento. Tra chi ha fatto questa scelta, c'è La Pesa Trattoria dal 1902, a Milano, in via Fantoni, zona San Siro. Questo posto è una vera casa accogliente sul limitare della zona più popolare del quartiere: una zona che è a meno di due chilometri dalla movida di via Ravizza, eppure sembra molto più lontana, con la presenza addirittura di qualche bottega artigiana. La Pesa, lo dice il nome stesso, nacque nel 1902. 119 anni dopo, è ancora viva, vegeta e succosissima da visitare. L'ambiente trattoriesco all'interno, quando si entra per andare alla toilette, oggi mette un po' di tristezza: non essendo (per ora) usato causa prescrizioni Covid. Ma poco male: lo spirito da trattoria, con le belle apparecchiature, si è trasferito all'esterno, sui due predellini longitudinali che corrono accanto al muro. Sedetevi lì, e lo staff del servizio, un ragazzo e una ragazza, si prenderanno cura di voi. Lo scopo, è facile intuirlo, è addentare senza timore la cucina milanese e le rivisitazioni di Isabella Cera, la cuoca, che mostra una mano invidiabile e una giustificata predilezione per il risotto. 

Ma andiamo con ordine. Il Tipico, si chiama proprio così, è l'antipasto che non andrebbe mai trascurato. Si compone di un tagliere di salame crudo, pancetta e coppa, da mangiare con alcuni pezzi di gnocco fritto caldissimo, cospicuo ma leggero. Assieme al tagliere, ecco anche due ciotole: una con le cipolline borettane (e non "borretane" come scritto in carta, occhio: "borettane" deriva da Boretto, Reggio Emilia) stufate nell'aceto, e l'altra piena di superbi nervetti tagliati grossi e conditi coi fagioli Corona e le cipolle di Tropea. Una magnificenza.

Altri antipasti? I mondeghili, le polpette di Milano, con la salsa verde. La tartara di fassona con insalatina di asparagi crudi (la stagione vince sempre). Per gli amatori, si sconfina in Piemonte con la bagna cauda. Per i primi, si parlava della passione di chef Isabella per i risotti. Quello della tradizione, giallo e milanese, è il piatto onnipresente, cremoso con asparagi al tegamino, uovo di quaglia morbido e bacon croccante, mantecato col pecorino. Un piatto fresco e spontaneo, in cui la croccantezza strepitosa degli asparagi si abbraccia con la sensualità della mantecatura. Non si dimentichi comunque la pasta: meritano l’assaggio i ravioli con crema di robiola di Roccaverano e pane frisella aromatizzato al finocchietto. Oppure, i bucatini con pomodorini, acciughe, olive di Taggia, capperi e mollica croccante.
Per andare avanti, la cotoletta alla milanese, con le immancabili patate, è un altro di quei saggi che qui sono pretesi dal vasto pubblico di clienti. Così come la guancia di manzo cotta a bassa temperatura, con accanto il purè, è piatto che da pochi anni sta conoscendo una diffusione planetaria. Si può comunque ripiegare sull’umile trippa, anzi busecca, coi fagioli.
Per dolce, ghiottissima la Coppa Bianca: una mousse di cioccolato con panna e granella di nocciole.
La cantina non delude, il conto nemmeno: 40-45 euro.

La Pesa dal 1902
Via G. Fantoni, 26
Tel. 0236514525
Sempre aperto
SI MANGIA: mondeghili, gnocco fritto, cotoletta
DA NON PERDERE: risotti
IL CONTO: 40-45 euro

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