Dell'Utri "è un perseguitato" Alla fine condannato il pm
Il pg Iacoviello ha parlato di "gravi lacune" giuridiche nella sentenza. "Condanna da annullare. Calpestati i diritti di Dell'Utri"
Ore di attesa per Marcello Dell'Utri. La Cassazione si pronuncerà sul senatore accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Sarà la quinta sezione penale presieduta da Aldo Grassi a decidere se confermare o meno la condanna a sette anni di reclusione inflitta a Dell'Utri in appello. Francesco Iacoviello, sostituto procuratore generale della Cassazione, ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna a sette anni di reclusione per Marcello Dell'Utri. Iacoviello ha parlato di "gravi lacune" giuridiche" nella sentenza e ha proposto, in alternativa all'annullamento, che la vicenda sia trattata dalle sezioni unite penali. "Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio" ha aggiunto Iacoviello nella sua requisitoria. "L'accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza 'Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere" conclude Iacoviello. Dell'Utri sereno - Il senatore è una persona molto serena. Resta in fiduciosa attesa. "Ciò che deve essere, sarà", afferma il suo legale Massimo Krogh. A ricorrere a piazza Cavour è stato anche il pm Antonino Gatto che critica la parte della sentenza che ha assolto Dell'Utri per il periodo successivo al 1992. "La sentenza d'appello - sintetizza Krogh - in pratica ha creduto a metà ai pentiti". La vicenda - L'11 dicembre 2004 Dell'Utri era stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa proprio perchè l'accordo con la mafia e, in particolare, con i fratelli Graviano, era stato ritenuto provato dopo il 1993. In secondo grado, il 29 giugno 2010, la Corte d'appello di Palermo ha ridotto la pena a 7 anni perchè, nonostante l'apporto del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, non ha ritenuto provata l'esistenza di questo patto nella fase politica dell'impegno di Dell'Utri. In pratica, il senatore Pdl è stato ritenuto colpevole fino al 1992 mentre è stato assolto "perchè il fatto non sussiste" da quanto contestato negli anni successivi. Il senatore rischia di finire in carcere. Gli scenari - Il collegio di piazza Cavour potrebbe anche annullare la sentenza di secondo grado con rinvio alla Corte di appello. La prescrizione, qualora piazza Cavour dovesse stabilire che il reato contestato si ferma al 1992, dovrebbe maturare nel giugno 2014. Se, invece, venisse respinto il ricorso di Dell'Utri e accolto il ricorso della Procura che chiede appunto un inasprimento della pena, "il senatore dovrebbe iniziare ad espiare la condanna", dice il suo legale. A decidere il destino giudiziario di Dell'Utri, oltre al presidente Grassi, la relatrice Maria Vessichelli, al lavoro sulla causa dall'estate. Gli altri consiglieri sono Stefano Palla, Carlo Zaza e Gerardo Sabeone.