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Super-martedì repubblicano: decide un terzo primarie Usa

Domani al voto in dieci stati, in palio 437 delegati. Romney guida la corsa alla candidatura alla Casa Bianca con 184

Matteo Legnani
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L'atteso Super Tuesday è ormai alle porte: domani si voterà in 10 stati Usa, dove saranno in palio in tutto 437 delegati repubblicani. Si tratta di un numero superiore a quelli finora assegnati in due mesi di primarie repubblicane, cioè 355. Tradizionalemente considerata un data cruciale del cammino delle   primarie, questo Super Tuesday ha acquistato maggiore importanza di   fronte all'andamento altalenante delle precedenti votazioni, e la conseguente assenza  di un chiaro front runner. Il numero magico per aver la nomination in tasca è 1144 - cioè  la metà 2286 delegati che parteciperanno il prossimo agosto alla   convention di Tampa - e al momento i due principali sfidanti, Mitt Romney e Rick Santorum, hanno rispettivamente 184 e 90 delegati. Anche  se la tornata di domani sicuramente dovranno arrivare dei segnali importanti, saranno forse più a livello di trend politico che di   numeri. Il partito repubblicano infatti recentemente ha cambiato le regole delle primarie per impedire che un solo candidato potesse   ammassare un numero enorme di delegati prima che la maggioranza degli stati avesse la possibilità di votare. Così non si ritiene che   prima della fine di marzo un candidato possa staccare gli altri in modo decisivo. Per la cronaca, Newt Gingrich affronta il Super Tuesday con 30 delegati e Ron Paul con 25.  

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