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La difesa: sentiamo i testimoni. "No, perdita di tempo"

Il sostituto procuratore Fabio De Pasquale definisce inutile la richiesta della difesa del Cav di sentire altri testimoni. I giudici dicono no

Lucia Esposito
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È «una perdita di tempo». Così il pm Fabio De Pasquale ha definito la richiesta avanzata dalla difesa di Berlusconi, imputato a Milano al processo Mills, di sentire ancora testimoni in base all'articolo «ex 507» del Codice di procedura penale. Il pm De Pasquale, che ha chiesto di respingere l'istanza dei legali dell'ex premier, ha affermato: «Non ho ancora capito cosa vorrebbe provare Berlusconi». Il Tribunale è ora in Camera di Consiglio per decidere. Per il pm, quindi, sentire nuovi testi sarebbe «un'assoluta perdita di tempo». E per di più, ha aggiunto «Non capisco questa insistenza massimalista da parte degli avvocati nel proporre da anni u intero elenco di testi» a suo giudizio inutili. Ma in sede di richieste di nuove prove anche il pm ha chiesto al tribunale di acquisire un verbale del giugno 1999 quando Silvio Berlusconi, difeso dagli avvocati Ennio Amodio e Giuseppe De Luca, interrogato a Milano dai pm Francesco Greco e Paolo Ielo, disse che se era stato fatto qualche errore nel comparto estero nel suo gruppo era stato fatto a sua insaputa perchè se ne occupavano i manager dello stesso comparto. Dopo una lunga  camera di consiglio i giudici del processo Mills hanno bocciato   le richieste dei difensori di sentire nuovi testi. "Il collegio - è   stato detto in ordinanza-  ritiene che le proprie richieste non   integrino quel carattere di assoluta necessità" richiesta in questa   fase del procedimento.   Ma la difesa pone ai giudici una nuova questione. L'avvocato   Niccolo Ghedini, in particolare, ha chiesto al tribunale di indicare   "specificatamente tutti gli atti utilizzabili ai fini della   discussione". In più ha chiesto che siano letti i verbali relativi   alle dichiarazioni di testi non ascoltati in aula.

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