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Grecia, governo perde pezzi Molotov sul Parlamento

Atene, degenera la manifestazione contro la nuova manovra per avere gli aiuti internazionali. Si dimettono i ministri di destra

Nicoletta Orlandi Posti
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Nel secondo giorno di sciopero generale che paralizza la Grecia, Atene è  di nuovo teatro di manifestazioni di protesta. Stamane sono già in piazza contro le nuove misure di austerità i sindacati Gsee e Adedy, concentrati sempre a Syntagma, mentre la confederazione sindacale Pame ha dato appuntamento a Omonia, un'altra piazza centrale di Atene, ma anche in altri luoghi della capitale ed altre cità. Le manifestazioni precedono quella - che si prevede particolarmente imponente - di domani alle 5 del pomeriggio (le 4 in Italia) a Syntagma, in coincidenza con il previsto voto sul pacchetto di misure di austerità varato in nottata dal governo. Ieri la protesta è degenerata. Nei pressi della centralissima piazza Syntagma, proprio davanti alla sede del Parlamento ellenico, centinaia di dimostranti incapucciati o con il volto nascosto da caschi da motociclista sono usciti dal corteo e hanno attaccato la polizia con molotov, pietre e mattoni. Gli agenti in assetto anti-sommossa hanno reagito con un fitto lancio di lacrimogeni e compiendo diverse cariche. Almeno una persona è stata arrestata ed è stato segnalato un ferito. Poco più in là oltre 10mila persone sfilavano pacificamente e senza incidenti. I principali sindacati greci hanno indetto uno sciopero generale di 48 ore che sta paralizzando il Paese, con treni e metro fermi, navi attraccate nei porti, scuole, ospedali, banche e tribunale chiusi. Striscione sull'Acropoli - Oggi alcuni militanti del Partito comunista greco (Kke)hanno issato stamane due grandi striscioni sull'Acropoli di Atene, con la scritta, in greco ed in inglese «Abbasso la dittatura dei monopoli dell'Unione Europea». Poco distante, nel centro della capitale, stanno prendendo il via le varie manifestazioni contro le nuove misure di austerità contenute nell'accordo governo-troika (Ue, Bce, Fmi) L'estrema destra dice no - I ministri dell'estrema destra hanno offerto le loro dimissioni al premier, Lucas Papademos. Lo rivela l'agenzia Ana, secondo la quale spetterà adesso al premier decidere se accettarle o meno. Le dimissioni arrivano dopo che il leader dell'estrema destra, George Karatzaferis ha annunciato la sua intenzione di non votare a favore del programma di aiuti internazionali da 130 miliardi di euro.  

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