Standard&Poor's, altra botta: declassate 34 banche italiane
Dall'agenzia di rating downgrade per Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl e Banco Popolare. Monti: "Taglio atteso"
L'agenzia Standard&Poor's ha declassato il rating di 34 banche italiane tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl e Banco Popolare. Il rating di Unicredit passa da A/A-1 a BBB+/A-2, mentre quello del Banco Popolare da BBB/A-2 a BBB/A-3. Il rating di Intesa Sanpaolo passa da A a BBB+ e per le emissioni a breve da A-1 ad A-2. Monte dei Paschi di Siena e Banca popolare dell'Emilia Romagna scendono a BBB da BBB+. Passano, invece, da BBB a BBB- Banca Carige, Banca popolare di Milano, Credito Emiliano e Banca popolare dell'Alto Adige. No al contagio - Il declassamento delle banche operato da S&P fa seguito all'analoga azione sui rating della Repubblica italiana resi noti il 13 gennaio scorso passati a BBB+, ma grazie anche al calo dello spread dei titoli di Stato italiani il rischio di contagio della crisi dei debiti sovrani nell'area euro sta rapidamente calando. E' quanto scrive Standard&Poor's in una nota. "In quella che sta emergendo - scrive l'agenzia - come una drastica svolta negli eventi dall'inizio dell'anno, il rischio di contagio del debito sovrano europeo appare in rapida diminuzione". La probabilità di un effetto domino, prosegue, "ha toccato un picco a metà novembre quando lo spread italiano ha toccato i 568 punti". "Lo spread italiano è diminuito del 24% ora, fino a 362 punti il 7 febbraio, dai 476 punti all'inizio dell'anno". Un livello, precisa l'agenzia, "al di sotto del range tra 375-400 e 550-575 che avevamo identificato per misurare l'ansietà sul debito sovrano". "Uno scenario economico globale in via di stabilizzazione e forse di miglioramento - conclude Standard&Poor's - combinato con le azioni della Bce per puntellare la crescita e i recenti progressi nella ristrutturazione del debito greco stanno sgonfiando il rischio di contagio sul debito sovrano". Tutto previsto - "Il taglio del rating su 34 banche italiane da parte di Standard&Poor's "è in gran parte un effetto atteso di precedenti decisioni", ha commentato il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine del suo incontro con la comunità finanziaria nella sede di Bloomberg.