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Napolitano, avanti Europa: "Tornare indietro? E' folle"

Il presidente della Repubblica da Helsinki: "Abbiamo realizzato qualcosa di unico. L'Italia si è assunta le sue responsabilità"

Giulio Bucchi
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Indietro non si torna, chi ci spera è "fuori dal mondo". Giorgio Napolitano lo dice chiaro e tondo e a Helsinki, nel corso del meeting dei presidenti europei, ribadisce la sua fede cieca e totale nell'Unione. "Abbiamo realizzato qualcosa di originale, di unico, non una alleanza tradizionale. E ai nostri cittadini dobbiamo saper comunicare meglio ciò che siamo e vogliamo sempre di più essere", spiega il presidente della Repubblica, secondo cui "fuori dall'Europa c'è domanda di più Europa, ma di un'Europa che abbia una voce sola". Rigore e responsabilità - Riguardo alla crisi economica Napolitano è categorico: "Possiamo farcela. Se c'è chi pensa che si può essere al sicuro tornando al passato, si colloca fuori della realtà. Dobbiamo esprimere più orgoglio e più fiducia". Inutile, dunque, pensare a fughe dall'euro e al ritorno alle monete nazionali. Si tratta, ora, di rimboccarsi le maniche. "Insieme col rigore occorre che operi il principio di solidarietà. Nessun paese da solo, per quanto grande e competitivo, può agire con capacità sufficiente per contare nel contesto globale - avverte il capo del Quirinale, con un mezzo riferimento a Angela Merkel e Germania -. Ciascun paese deve assumersi le proprie responsabilità. L'Italia lo sta facendo con decisioni difficili e duri sacrifici, in particolare per ridurre l'enorme debito pubblico, e non lasciare che gravi sulle giovani generazioni". Ora, sottinteso, tocca agli altri, perché il salvataggio dei singoli stati significa salvare l'intero concetto di Unione europea: "E' stato un bene che si sia proceduto ad una maggiore integrazione fiscale. L'Europa non è solo l'euro. E' molto di più. La interconnessione è così profonda da rendere inimmaginabile una sua dissoluzione - prosegue Napolitano - essenziale è misurarci con tutti i cambiamenti necessari".

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