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C'è anche la Casta spagnola Zapatero 73mila € per niente

All'ex premier socialista la poltrona di membro del consiglio di Stato: un incarico riservato agli ex capi di governo ma molto rilassante

Lucia Esposito
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Da poco più di ventiquattrore è iniziata la nuova vita dorata dell'ex premier socialista spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero che, dopo la sconfitta alle legislative di novembre, dopo l'abbandono, non solo da deputato, ma anche da leader del Psoe (sostituito da Alfredo Rubalcaba sabato scorso), ieri si è seduto sulla ricca poltrona di membro del Consiglio di Stato. Un incarico, sicuramente riservato agli ex capi di governo, ma poco dispendioso a livello di energie, considerato che, l'organo consultivo a cui l'esecutivo di Madrid chiede il parere su leggi e provvedimenti, lo impegnerà, male che vada, una sola volta al mese per presenziare alle plenarie. Il tutto dietro al lauto pagamento, per il suo disturbo, della somma di 72.800 euro all'anno. Niente male per un ex premier «socialista e operaio» che ha sempre scimmiottato la ricchezza altrui e che già incassa una pensione annuale di 80 mila euro per aver servito come ex presidente del Consiglio. Con una doppia pensione così, per Zapatero la crisi, che si è mangiata in tre anni il lavoro e il reddito degli spagnoli, in pratica non esiste. Come non esisteva quando lui era sullo scranno più alto del Parlamento e rispondeva con spallucce e sorrisini agli avvertimenti disfattisti di tutte quelle Cassandre che nel 2007 lo invitavano a considerare immediate misure economiche per salvare i posti di lavoro davanti alla minaccia (poi confermata al peggio) di una drammatica impennata della disoccupazione, ora al 22,40%. Il quotidiano La Gaceta ha fatto i conti nelle tasche dell'ex premier, detto “Bambi” dai detrattori. Zapatero come membro del Consiglio di Stato avrà uno stipendio di circa 6.100 euro netti mensili a cui si aggiungeranno i benefit della politica: un'auto con autista sempre disponibile, pingui rimborsi per i suoi collaboratori e una nota spese pagata dai contribuenti. Quegli stessi che, anche per colpa sua, sono stati lasciati in mutande, hanno perso lavoro e speranze, vedendo evaporare anche il sussidio di disoccupazione. Non sono certamente cifre pantagrueliche, se si considerano le buonuscite a sei zeri di supermanager pasticcioni di banche e aziende, ma nella Spagna messa al tappetto dalla crisi economica e, soprattutto, da scelte politiche sbagliate, l'opinione pubblica si infervora facilmente. Forse perché ricorda ancora, quando nel 2009, l'ex premier autorizzò la spesa di 45 mila euro per «modernizzare» i bagni della Moncloa con un sistema di sterilizazione «digitale e moderno» in stile «latrine dorate», come lo aveva accusato per mesi l'opposizione. A brindare e benedire il nuovo incarico di Zapatero nell'organo consultivo, ieri a Madrid c'erano i suoi fidi servitori, l'ex vicepremier socialista Maria Teresa Fernández de la Vega e l'ex ministro di Giustizia, Fernando Ledesma. di Roberto Pellegrino

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