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Svuota carceri, sì in aula: oltre 3mila detenuti fuori

Alla Camera il voto di fiducia sul decreto: 420 i sì rispetto ai 469 del Milleproroghe. Severino: "Non è una resa dello Stato"

Lucia Esposito
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La Camera ha accordato la fiducia al decreto "svuota carceri" con 420 sì, 78 voti contrari e 35 astenuti. La fiducia era stata richiesta dal governo per aggirare gli oltre 500 emendamenti presentati dalla Lega, e aveva innescato la vibrante protesta in aula del Carroccio. I numeri raccolti dal governo Monti in questo nuovo voto di fiducia confermano il trend in declino dei consensi di cui gode l'esecutivo dei tecnici in Parlamento (leggi l'articolo: crollano i consensi per il governo Monti). Nel dettaglio a favore del provvedimento hanno votato Pdl, Pd e Terzo Polo; contrari Lega, Idv e Noi Sud. Si sono astenuti i radicali. Gli effetti del decreto approvato alla Camere erano già stati previsti da una decreto varato nel 2010 dall'allora Guardasigilli, Angelino Alfano: in quell'occasione anche la Lega Nord votò a favore del testo che prevedeva il beneficio dei domiciliari per chi dovesse scontare l'ultima parte della pena. Caduta voti per Monti: fiducia con molti sì in meno Leggi l'approfondimento "Nessuna resa dello Stato" - Dopo l'approvazione il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha difeso a spada tratta il decreto: "Non è una resa dello Stato né uno scaricabarile. I delinquenti 'veri' rimarranno in carcere a scontare la pena; io sono favorevole a che la pena sia scontata". Secondo il guardasigilli con il decreto "le carceri non si svuotano, perché ci sarà un magistrato che valuterà la pericolosità sociale e il detenuto uscirà solo se meriterà gli arresti domiciliari". Il decreto - L'approvazione definitiva del decreto svuota carceri avverrà il prossimo martedì con il definitivo voto di fiducia in senato. La legge dopo l'ok permetterà a 3.327 condannati di scontare ai domiciliari l'ultima parte della loro pena, pari a 18 mesi (si estende di 6 mesi quanto era già stato previsto dal ddl Alfano) a patto di aver dimostrato "buona condotta" e "non pericolosità". Con questa misura il ministro della Giustizia, Paola Severino, conta conta di poter risparmiare 350mila euro al giorno. Il decreto prevede anche la possibilità della custodia ai domiciliari o nelle camere di sicurezza delle questure dei fermati in flagranza di reato destinati ad essere giudicati per direttissima.  E' prevista inoltre la possibilità di ai domiciliari o di trattenere nelle camere di sicurezza delle questure i fermati in flagranza di reato destinati ad essere guidicati con rito direttissimo. Con questa misura si eviterebbe il fenomeno delle "porte girevoli" (ossia persone che finiscono in carcere per pochi giorni) caricando il peso della custodia e della sorveglianza sulle forze di polizia. Viene inoltre rafforzato l'obbligo per il magistrato di recarsi in carcere per la convalida dell'arresto. Sempre per limitare le costose traduzioni dei carcerati viene aumentata la possibilità di acoltare detenuti in videoconferenza.Tra le altre misure la chisura degli Ospedali psichiatrigi giudiziari entro il 31 marzo 2013. La norma contestata - Col varo del decreto passa alla Camera anche il punto finito al centro della polemica più aspra degli ultimi giorni, la norma firmata da Luigi Lusi (il deputato espulso dal Pd per lo scandalo dei fondi pubblici sottratti alla Margherita) che retrodata al primo luglio 1988 la possibilità di chiedere risarcimento per ingiusta detenzione. Nonostante le perplessità espresse sull'articolo da parte dei relatori e dei gruppi di maggioranza alla Camera, si è deciso di non sopprimere la norma per non far tornare il testo a Palazzo Madama per la terza lettura mettendone a rischio la conversione in legge (il decreto scade il 20 febbraio). Pdl, Pd e Terzo Polo hanno però presentato un odg, che verrà votato il prossimo martedì, in cui chiedono un impegno al governo a rimediare agli effetti della disparità che si verrebbe a creare tra chi ha subito un torto per ingiusta carcerazione dal primo luglio 1988 in poi e chi invece prima di quella data.

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