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Intesa tra azzurri e Terzo Polo: "Basta parlamento di nominati"

Anche Casini trova un accordo con gli azzurri. Intesa pure sulla Costituzione: "Ridurre il numero degli onorevoli"

Andrea Tempestini
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L'inciucio si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo l'apertura al dialogo di Silvio Berlusconi al Pd sulla legge elettorale, un accordo di massima viene raggiunto anche da Pdl e Terzo Polo, che hanno messo nero su bianco la loro intenzione di "restituire ai cittadini la libertà di scegliere i parlamentari". Obiettivo dei due partiti è anche quello di una riforma elettorale che "non obblighi a coalizioni politicamente forzate e senza vincoli programmatici". Barricate di Lega e Idv - Continua così il dialogo tra le forze politiche in parlamento per raggiungere un'intesa, mentre in parallelo si sfilano dal confronto la Lega Nord, che resta sulle barricate, e l'Idv di Tonino Di Pietro, che non vuole "accordi da sottoscala della politica". Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invita i partiti al dialogo, augurandosi "il varo di una nuova legge elettorale" poiché "difendere quella esistente significa difendere l'indiendibile: non è sostenibile in democrazia che l'elettore non possa scegliere l'eletto". Ma dopo le parole di Gianfranco, spuntano le velate critiche del suo fedelissimo Carmelo Briguglio: Fini ha paura di restare tagliato fuori? "Mettere mano alla Costituzione" - Al termine dell'incontro tra la delegazione del Pdl e quella dell'Udc, il segretario Lorenzo Cesa ha spiegato: "E' stato un incontro molto costruttivo e positivo". Poi è tornato sul confronto degli azzurri con Bersani: "E' un fatto molto importante che per la prima volta dopo anni Pd e Pdl si siano incontrati ieri (martedì 7 febbraio, ndr). Nel corso del summit, Pdl e Terzo Polo hanno anche parlato della necessità di mettere mano alla Costituzione, individuando la necessità di ridurre il numero dei parlamentari, quella di avviare il superamento del bicameralismo perfetto, di dare al presidente del Consiglio il potere di mantenere e revocare i ministri e di introdurre il principuio della sfiducia costruttiva. Ignazio La Russa ha poi sottolineato: "Per me la riforma istituzionale è una priorità, ma il percorso in parallelo non vuol dire non fare la riforma elettorale. Nessuno si illuda che dietro la difficoltà di fare le riforme istituzionali ci sia la volontà di non fare la legge elettorale". Maroni: "La nuova triplice" - La Lega Nord, in parallelo, non scende dalle barricate e continua a opporsi alla riforma e al dialogo. Umberto Bossi ha spiegato chiaro e tondo che dalle prossime mosse dipenderanno le future allenaze nel centrodestra. Il Senatùr ha spiegato che non ci sarà nessuna alleanza in Lombardia in vista delle prossime amministrative. La linea della Lega Nord è chiara: prima di mettere mano alla riforma elettorale è necessario tagliare il nyumero dei parlamentari. Nel dibattito ha voluto dire la sua anche l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che è intervenuto sul suo profilo Facebook. "Come volevasi dimostrare, come era facilmente prevedibile - ha scritto -: Pdl + Pd + Udc = la nuova triplice". E ancora: "Lega da sola alle amministrative. Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti".  

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