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Genova, senza colpevole l'omicidio del neonato

La corte d'Appello ha scarcerato Giovanni Antonio Rasero, il patrigno che in primo grado era stato condannato a 26 anni

Nicoletta Orlandi Posti
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Era accusato dell'omicidio del piccolo Alessandro Mathas, trucidato a 8 mesi nel suo monolocale di Genova Nervi la notte del 15 marzo 2010. Rischiava l'ergastolo, ma i giudici della corte di assise d'appello, dopo quattro ore di camera di consiglio, ne hanno disposto la scarcerazione immediata per non aver commesso il fatto. Giovanni Antonio Rasero, da questo pomeriggio, è un uomo libero.  "Sono innocente, non avrei mai potuto uccidere un bambino, con o senza cocaina. Avrò commesso molti errori, avrò sbagliato nell'approccio alla cocaina, ma sono innocente. Lo ripeto per l'ennesima volta", ha detto Rasero in spontanee dichiarazioni al termine del processo d'appello a suo carico. "E' la fine di un incubo", ha aggiunto non appena i giudici hanno letto la sentenza. Il pg Luigi Cavadini Lenuzza e dal pm Marco Airoldi, che si era associato nell'accusa, avevano chiesto l'ergastolo. In primo grado Rasero fu condannato a 26 anni. I giudici della corte d'assise ritennero che avere agito sotto l'effetto della cocaina fosse un'attenuante prevalente. La madre del bambino, Katerina Mathas, che trascorse la serata con Rasero, era stata indagata dal pm Airoldi in un altro procedimento per abbandono di minore con conseguente morte. I giudici dell'assise avevano condannato il broker genovese in concorso con la donna, di fatto rigettando la linea dell'accusa. Dalla pubblicazione della sentenza su Katerina Mathas pende una doppia imputazione di abbandono di minore e omicidio volontario. E' ancora in attesa della chiusura dell'indagine e della richiesta di rinvio a giudizio.

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