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Tremonti Il Quirinale lo ha smascherato: Berlusconi è caduto perché così voleva Giulio

La lettera del Colle sulla crisi di novembre: "Napolitano non si oppose al salva-Italia. Prese atto delle riserve del ministro"

Giulio Bucchi
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Fu Giulio Tremonti a convincere il presidente Giorgio Napolitano a forzare la mano e far cadere Silvio Berlusconi. La rivelazione-bomba arriva da un documento ufficiale del Quirinale, a firma Piero Cascella, consigliere del presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione. La lettera, pubblicata da Il Giornale, informa come il veto al decreto Romano-Brunetta-Calderoli (nella sostanza, il nucleo del decreto salva-Italia, quello di Monti, già richiesto dai vertici europei) fu posto non dal presidente Napolitano ma dallo stesso ex ministro dell'Economia, di cui il Colle si è limitato a "prendere atto delle riserve" esposte da Tremonti, salito al Quirinale poche ore prima di quel decisivo Consiglio dei ministri. Per quella opposizione, il 3 novembre il Cavaliere si è presentato al G20 di Cannes senza nulla in mano. Non una bella figura, visto che quel programma di forti tagli era già stato presentato poco tempo prima a Bruxelles con l'approvazione generale. E' l'inizio della fine del governo Berlusconi, che il 10 novembre registra l'impennata ulteriore dello spred, con il differenziale Btp-Bund schizzato a 570 punti. Il 12 novembre, dopo l'approvazione della legge sulla stabilità, il premier sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni. La firma, più o meno consapevolmente, l'aveva già posta Tremonti.  

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