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Da domani manca il gas: grazie a verdi e sinistra

Italia al gelo, la Russia taglia: forniture ridotte alle aziende, garantite solo le famiglie. Risultato di ambientalismo folle

Giulio Bucchi
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Dopo l'emergenza neve, arriva quella riscaldamento. L'Italia imbiancata e gelata si ritrova ora alla canna del gas, letteralmente: da domani, mercoledì 7 febbraio, saranno ridotte le forniture d'energia alle aziende e saranno garantiti soltanto i rifornimenti alle famgilie. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha lanciato l'allarme: "La situazione è sicuramente critica perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi ma è ben monitorata", ha spiegato Passera riferendosi alla decisione di Gazprom di tagliare le forniture di gas destinate all'Europa. L'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni ha invece rivelato che se da da domani il colosso russo farà dei tagli potrebbero esserci problemi. Ad oggi la riduzione è stata del 25-26% secondo i dati pubblicati da Snam Rete Gas. Ovviamente preoccupata Confindustria. Il presidente Emma Marcegaglia ha chiesto aiuto: "Si faccia un mix di cose, non si agisca solo sulle imprese", invocando l'utilizzo delle scorte. Veti ambientalisti - La situazione, aldilà del pesante maltempo (peraltro prevedibile e previsto visto la stagione), mostra chiaramente tutta la vulnerabilità del paese. Le cause sono varie, tutte però ascrivibili all'intransigenza ambientalista di sinistra e verdi. Mancano sufficienti impianti di rigasificazione, che possano immettere in rete gas liquido trasportato via mare. Al posto degli attuali 2, ne servirebbero 5. Altro punto: bisogna diversificare quando invece l'Italia è appesa al gas. Con le Alpi alle spalle, il potenziale idroelettrico sarebbe immenso ma le ragioni ambientalistiche vietano di toccare il territorio, anche laddove sarebbero possibili interventi assai poco invasivi come le minidighe che rispettano le aree montane. C'è poi l'alto Adriatico e la foce del Po, un enorme giacimento di gas. Non lo si può estrarre perché si rischierebbe di abbassare il livello di terreno. Le tecniche per ovviare a tali controindicazioni ci sono, quello che manca è una classe politica disposta a parlarne senza pregiudizi e paraocchi.      

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