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Uccise a pugni colf filippina: assolto il pugile ucraino

Nel 2010 Oleg Fedchenko massacrò la donna in strada a Milano senza motivo. Gup: incapace d'intendere, 5 anni in ospedale

Giulio Bucchi
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Assolto dall'accusa di omicidio aggravato perché incapace di intendere e di volere. Con questa motivazione si è espresso il giudice per l'udienza preliminare Roberta Nunnari nel processo con rito abbreviato contro Oleg Fedchenko, il pugile ucraino oggi 27enne che la mattina del 6 agosto 2010 massacrò a pugni e uccise in viale Abruzzi, a Milano, una colf filippina di 41 anni incontrata per caso in strada. L'uomo dovrà ora trascorrere 5 anni in un ospedale psichiatrico giudiziario in quanto socialmente pericoloso. La decisione del gup si basa sulla perizia psichiatrica disposta durante le indagini, secondo la quale Fedchenko soffre di schizofrenia paranoide. Nunnari ha ritenuto Fedchenko non imputabile in quanto incapace per i reati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dall'averlo commesso per futili motivi e per commettere una rapina, nonché per il reato di resistenza a pubblico ufficiale durante l'arresto. Il 27enne è stato condannato a 9 mesi di arresto per la sola imputazione di detenzione illegale di coltelli, trovati nella sua abitazione durante la perquisizione. Pena che ha già scontato nel reparto psichiatrico di San Vittore mentre era sottoposto a custodia cautelare in carcere, prima della perizia e di essere trasferito nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia.

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