Cerca
Cerca
+

La paura della Lega Nord: Berlusconi ci ha fregato?

Il Carroccio esulta: "Da soli ci prenderemo il nord". Ma con la nuova legge elettorale rischiano: e nasce un legittimo sospetto

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Le dichiarazioni sono sempre dello stesso tenore: combattive, roboanti, sicure. Umberto Bossi, dopo essersi affrancato dal Pdl, esulta: "Ora il nord siamo noi". Secondo il Senatùr il Carroccio "può diventare la forza egemone della Padania". Silvio e il Cav sempre più lontani? Forse, possibile. Tanto che l'ex premier, in un colloquio con Libero, ha spiegato senza giri di parole che serve una nuova legge elettorale. "Il voto degli italiani - spiega il Cav - si disperde in una miriade di partiti e partitini: la sinistra radicale e Vendola, i Grillini, Di Pietro, i radicali, Fini, l'Udc di Casini, la Lega...". Già, anche la Lega. Secondo Berlusconi servirebbe "alzare la soglia di sbarramento". E per ottenere il risultato serve il dialogo con il Partito Democratico. Che cosa se ne evince? Se ne evince che Berlusconi considera la Lega Nord un partitino, da far fuori o da limitare magari alzando proprio la soglia di sbarramento. Se ne evince anche che il Carroccio ha tirato troppo la corda, e ora è un partito davvero solo. E dietro a quelle dichiarazioni che hanno sempre lo stesso tenore, nel Carroccio comincia a farsi strada un sospetto: ma lasciando Berlusconi ci siamo fregati da soli? E Berlusconi, ora, ci sta fregando?Calderoli contro Silvio - Interrogativi ai quali darà una risposta l'evoluzione dello scacchiere politico dei prossimi mesi, in vista che i rapporti di forza e le alleanze trovino un indirizzo prima delle prossime consultazioni, che con tutta probabilità si terranno nel 2013. Nel frattempo le dichiarazioni di Berlusconi sulla necessità di rivedere la legge elettorale (in chiave anche anti-leghista, perché no) non hanno fatto altro che accrescere l'alta tensione tra Pdl e Carroccio che si è registrata nelle ultime settimane. A spiegare chiaro e tondo di non condividere la linea dettata dal Cavaliere è Roberto Calderoli, che nel corso di un comizio a Bergamo, domenica Sera, ha ricordato al Pdl che "se toccano la legge elettorale per far fuori la Lega, vorrei ricordare loro che c'è anche piazzale Loreto". Frasi durissime, minacciose. La Russa al vetriolo - Calderoli ha poi contestato la leadership di Angelino Alfano, delfino ufficiale di Berlusconi e che potrebbe rivelarsi il candidato premier degli azzurri dopo le primarie del partito, consultazioni confermate dal presidente Berlusconi. All'ex ministro leghista Angelino non va proprio giù poiché siciliano. Dura la replica di Ignazio La Russa, che parla di considerazione "sciocca e antistorica". Per il coordinatore nazionale del Pdl, insomma, le dichiarazioni del Carroccio "stanno superando anche quel perimetro di interventi a cui ci aveva abituati". La Russa ha poi aggiunto: "Per uno come me che si considera milanese al 100%, perché ho fatto politica a Milano fin da ragazzo, viene da vergognarsi a leggere le dichiarazioni di Calderoli su Alfano". L'ex ministro della Difesa riconosce che "non appoggiare il governo Monti è una posizione legittima, seppur propagandistica. Mi viene da sorridere pensando che la moglie di Bossi è siciliana e quello che per alcuni il delfino del partito, il figlio, è per il 50% siciliano".

Dai blog