Atene, nuovo allarme rosso: Grecia a un passo dal crac
Sfuma l'accordo tra i partiti ellenici sul nuovo piano di austerity imposto dalla troika. Paese insolvente tra 7 giorni?
La Grecia è di nuovo a un passo dalla bancarotta. Domenica si è concluso con un nulla di fatto l'incontro tra il premier greco Lucas Papademos e i leader dei tre partiti di governo. L'obiettivo era ottenere pieno sostegno dal parlamento ellenico al piano di riforme chiesto dai partner europei e dal fondo monetario internazionale per un nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro. Oggi, lunedì 6 febbraio, si terrà un nuovo accesissimo confronto. Se dopo l'intesa con i debitori orchestrata dall'Iis Atene sembrava più vicina al salvataggio, alla luce di queste nuove evoluzioni il destino del Paese pare nuovamente appeso a un filo. Grecia insolvente? - George Papandreou, Antonis Samaras e George Karatzaferis, i leader rispettivamente di Partito socialista, Nuova democrazia e del Laos (estrema destra) sono stati invitati dal premier a sopire le obiezioni sollevate dai partiti contro le nuove misure di austerity chieste dai creditori. Senza un accordo condiviso entro il 13 febbraio, per la Grecia sarà impossibile il rimborso dei 14,5 miliardi di titoli di debito pubblico in scadenza a marzo. In altre parole, l'insolvenza e il default sarebbero a un passo: a una settimana, per la precisione. Il nuovo piano di austerity - Papademos avrebbe posto un ultimatum: le 11 di oggi, lunedì mattina, quando i leader dei partiti dovrebbero raggiungere l'accordo. Ma secondo quanto riportato dall'agenzia finanziaria Bloomberg Samaras avrebbe già detto che intende opporsi ad alcuni dei provvedimenti chiesti dalla cosiddetta troika per sbloccare i nuovi 130 miliardi di euro di aiuti internazionali "Ci stanno chiedendo una grande recessione che il paese non può permettersi. Combatterò per evitare un simile scenario", ha commentato Samaras. In cambio della nuova tranche di aiuti, la troika vuole che Atene si prodighi in nuovi sforzi e imponga nuovi sacrifici ai cittadini: tagli alle spese, liberalizzazioni, abbassamento dei salari minimi, abolizione di tredicesime e quattordicesime nel privato, nuovi licenziamenti e 150mila prepensionamenti nel settore pubblico.