La stella cadente di Mourinho Le sue bizze hanno stufato
Josè non sa perdere, dopo l'ennesima sconfitta con il Barcellona continua a gettare fumo e a comportarsi come la volpe con l'uva
Solo lui, lo Special One, non lo ha ancora capito. Por qué, por qué, por qué lo massacrano sempre? Semplicemente, perché il Barça è più forte. Come dimostrato anche, per l'ennesima volta, l'altra sera. Una superiorità imbarazzante e indiscutibile. Tranne che per Mou, ovviamente. Di solito simile al comandante Schettino nelle sue stravaganti giustificazioni (la sfiga, l'arbitro, il campo bagnato, l'Unicef, i poteri forti, le trame occulte, le congiunzioni astrali...), ma per una volta onesto («La responsabilità è mia, soprattutto quando si perde. La vittoria ha molti padri, la sconfitta uno solo»), visto che dinanzi alla decisione di mandare in campo Altintop e Carvalho c'è davvero poco da inventarsi. Certo, poi l'allenatore del Real Madrid il fumo continua a gettarlo («Ora è difficile per noi, la sfida è aperta ma difficile, anche se non direi molto difficile») e a comportarsi come la volpe alle prese con l'uva («La Coppa del Re è il terzo obiettivo del Real», tanto che «la prossima partita nella Liga con l'Athletic Bilbao è più importante della gara di ritorno al Camp Nou»). Ma che ci volete fare, Mou è fatto così. Non sa perdere. E pur di vincere è capace di tutto. Di stuprare la tradizione delle Merengues con il catenaccio, di retrocedere Ronaldo a quinto difensore, di caricare i suoi come per una guerra e persino di incitarli a picchiare selvaggiamente. Prendiamo Pepe, il suo pupillo, l'uomo dai lavori sporchi che ogni volta che incontra i Blaugrana si trasforma in killer. Ebbene, non si è limitato a un'entrataccia da rosso diretto su Busquets o a una ridicola simulazione (a terra per un minuto con le mani sulla faccia per un'inesistente manata di Fabregas, costringendo gli avversari a interrompere un contropiede e buttare fuori il pallone, su richiesta del gentleman Guardiola), ma ha pensato bene di calpestare con i tacchetti la mano di Messi (in mondovisione, epperò lontano dallo sguardo distratto di Mourinho). Ovvio che la stampa spagnola, per una volta unanime, sia indignata. Tutti contro il gioco «peggiore delle ultime decadi» e l'antisportività dei Blancos. Ancora più macroscopica dinanzi al fair-play dei catalani, che hanno deciso di non presentare un esposto per la squalifica di Pepe. di Miska Ruggeri