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Al quinto giorno dei "forconi". La Sicilia è in ginocchio

Corteo di protesta a Palermo, a fuoco una bandiera italiana. Blocchi autotrasportatori potrebbero terminare venerdì sera

Matteo Legnani
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Quinto giorno della rivolta "dei forconi", cioè degli agricoltori, in Sicilia. Ma causare i maggiori danni, più che i contadini, sono gli autotrasportatori, che stanno bloccando molte tra le principali direttrici viarie dell'isola e non consegnano la merce per protestare contro il caro-carburante. In alcuni paesi sono a corto i rifornimenti di alimentari, molte le pompe di benzina che hanno chiuso. Oggi il cuore della rivolta è stato a Palermo, dove il porto e gran parte del centro sono stati paralizzati da un corteo nel quale gli studenti si sono uniti alle categorie in sciopero da giorni e durante il quale una bandiera italiana è stata data alle fiamme. E gli imprenditori, per bocca del leader regionale di Confindustria Ivan Lo Bello, insistono sulla presenza della mafia in alcuni dei blocchi stradali, mentre la Digos di Palermo starebbe indagando sulla presenza di estremisti di destra e sinistra tra coloro che scioperano. Il Procuratore di Palermo, Francesco Messineo si è limitato a sostenere che l'allarme di Confindustria «è giustificato» e gli va data «la massima attenzione». Lo sciopero dovrebbe terminare stasera, anche se gli agricoltori e i pescatori annunciano uno sciopero a oltranza. Lo sciopero dovrebbe terminare stasera (gli autotrasportatori hanno annunciato un'allargamento delle maglie dei blocchi) anche se gli agricoltori e i pescatori annunciano uno sciopero a oltranza.

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