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Arriva una conferma dagli Usa "Il famoso punto G non esiste"

A decretare la fine dell'esistenza del misterioso bottone ci pensa una ricerca americana. In 60 anni oltre 100 studi sul punto G

Andrea Turco
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Nel mondo due sono i misteri ancora irrisolti, almeno finora. Uno è sapere se c'è qualcuno oltre a noi nell'universo. L'altro è l'esistenza o meno del famigerato punto G. A porre però fine a questa diatriba, forse definitivamente, è un team di scienziati americani che analizzando qualcosa come 100 studi, pubblicati in 60 anni sul caso, ha provato a fare chiarezza. La conclusione a cui sono arrivati i ricercatori è questa "Misure investigative obiettive non sono riuscite a produrre un'evidenza forte e consistente dell'esistenza di una regione anatomica correlabile al famoso punto G". In poche parole, il magico pulsantino avrebbe ben poco di scientifico, essendo la sua presunta esistenza fondamentalmente basata sui racconti di poche fortunate. Ricerche precedenti - E' dal 1950, anno in cui il punto G è stato descritto per la prima volta dal ginecologo tedesco Ernst Grafenberg che tutti gli scienziati cercano di trovare la conferma di questo mistero. Nel 2008, il sessuologo italiano Emanuele Jannini sembrava esserci riuscito producendo una foto dell'agognato bottone che fece il giro del mondo. Ma nel 2010 arrivò un altro studio americano che smentì la sua esistenza lasciando tutti ancora nel dubbio.

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