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Blitz e inchiesta su S&P: "Reati contro l'Italia"

Gdf nella sede dell'agenzia che ci ha declassato. Le motivazioni del pm: "Taglio del rating basato su informazioni false". E' un complotto Usa?

Andrea Tempestini
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Blitz della Guardia di Finanza nella sede milanese di Standard & Poor's, l'agenzia di rating che ha deciso il declassamento al livello BBB+ del debito italiano. Nella serata di giovedì sono uscite le indiscrezioni relative al decereto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Michele Ruggiero, e si scopre che Frank gill e Moritz Kraemer, due degli indagati, "nell'esercizio dell'attività di rating elaboravano e diffondevano il declassamento/taglio del rating del debito sovrano della Repubblica italiana, confermando l'outlook negativo alla stregua di valutazioni e dati non veritieri, tendenziosi, incoerenti e scorretti (dunque falsi anche in parte, secondo quanto asserito da esperti economisti) nella consapevolezza della concreta idoneità di siffatte false valutazioni a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, segnatamente dei titoli di Stato italiani". In soldoni, la mazzata secondo l'inchiesta sarebbe basata su dati falsi, una circostanza che se venisse confermata si incastonerebbe benissimo nell'idea di un complotto Usa che mira alla morte dell'euro, la moneta unica sempre più debole. Indiscrezioni a mercati aperti - Nel decreto di perquisizione si fa riferimento all'ultimo declassamento deciso di S&P, e viene rilevato come "assolutamente grave" il fatto che "una serie di indiscrezioni inerenti l'imminente declassamento dell'Italia siano circolate e trapelate in netto anticipo rispetto ai tempi della comunicazione ufficiale, con palese violazione della regolamentazione comunitaria" e "conseguente innesco" di una "condizione di pericolo concreto di turbolenze" e di "sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari". Tanto le valutazioni precedenti oggetto delle indagini quanto quella del 13 gennaio scorso "nel merito, oltre che per le modalità e i tempi con cui sono state comunicate, veicolate e fatte trapelare al mercato" presentano "sicura attitudine a provocare turbolenza e destabilizzazione del mercato stesso, ergo pericoli concreti di alterazione del prezzo di strumenti finanziari": altra carne al fuoco per chi percepisce come più che sospetto il tempismo dell'agenzia. "Sorta di agiotaggio informativo" - I pm sottolineano come sia "di solare evidenza" che "se le informazioni fornite dalle agenzie di rating non sono veritiere, né puntuali, né fondate su dati ufficiali e affidabili viene a determinarsi una sorta di agiotaggio informativo, cioè una manipolazione del mercato che procura pesanti danni che si riverberano sull'economia globale. Tra gli indagati risulta anche Eileen Zhang, associate director sovereign ratings di Standard & Poor's. La Zhang, insieme a Gill e Kraemer, sono "dipendenti con funzioni apicali" dell'agenzia di rating accusati di abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato. "Necessario un intervento" -  "La notizia di accertamenti da parte della Guardia di Finanza nella sede milanese nell'agenzia di rating Standard&Poor's conforta il mio convincimento personale e quello del Pdl sulla necessità che l'Autorità garante italiana intervenga per verificare se da parte di S&P's vi è stato un abuso di posizione dominante, così come già messo in evidenza nell'esposto presentato ieri all'Antitrust. Si tratterebbe, in primis, di un atto di chiarezza a tutela della credibilità delle stesse agenzie di rating". Così Laura Ravetto del Pdl aveva dichiarato in mattinata, quando si era diffusa la notizia del blitz. Giuseppe Fornari, legale che rappresenta la società, aveva dichiarato: "Io so solo che si tratta di perquisizioni e sono stato avvertito dai miei colleghi romani". 

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