Tregua tra i tassisti e governo Piazza si spacca: "Venduti"
L'esecutivo apre ai sindacati: "Proposte ragionevoli". Uritaxi: "Tornare al lavoro". Ma cresce la rabbia al Circo Massimo
Tregua tra tassisti e governo. Al termine dell'incontro tra le sigle sindacali e l'esecutivo è arrivata una fumata bianca. "Andiamo al Circo Massimo e diremo ai tassisti di riprendere il servizio", hanno spiegato le rappresentanze all'uscita da Palazzo Chigi. Nel corso del vertice col governo Monti, la delegazione ha presentato la bozza preparata e votata mercoledì sera al Circo Massimo dalle organizzazioni sindacali da sottoporre al governo. La notizia, però, non è stata accolta positivamente al Circo Massimo, dove centinaia di tassisti, tra urla e petardi, gridavano lo slogan: "Venduti, venduti".Le richieste - Nel dettaglio, sono tre i nodi sui quali si è discusso durante l'incontro tra governo e tassisti. Le 23 sigle sindacali rifiutano la competenza dell'Autorità delle reti sulla concessione di nuove licenze: per le nuove licenze chiedano che vengano sentite le organizzazioni sindacali previo il parere dei sindaci competenti. I sindacati rifiutano anche l'extra-territorialità: il titolare del taxi potrà esercitare il servizio solo nel comune dove è stata rilasciata la licenza. Ultimo no, infine, alle licenze plurime: secondo i sindacati, il titolare deve possedere una sola licenza. Queste le modifiche chieste alla bozza del dl liberalizzazioni. "Significative aperture" - Il presidente dell'Uritaxi, Loreno Bittarelli, ha parlato di prime aperture da parte dell'esecutivo alle proposte dei tassisti (resta però in piedi la proclamazione del fermo generale per il prossimo 23 gennaio). "Adesso, per il buon esito del decreto domani (venerdì 20 gennaio, ndr), decideremo al Circo Massimo insieme all'assemblea. Noi suggeriremo di riprendere il lavoro", ha spiegato Bittarelli. "Al termine dell'incontro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Manlio Strano ha detto che le proposte dei sindacati - alcune delle quali indubbiamente ragionevoli - saranno valutate e discusse collegialmente dal governo domani", recita un comunicato diffuso dai sindacati ai cronisti. Il decreto liberalizzazioni, che inciderà anche sul mercato dei taxi, verrà approvato venerdì: secondo le bozze verranno poste le basi per l'aumento delle licenze dei tassisti. Rischio precettazione - Nella mattinata di giovedì era proseguita la protesta: parcheggi vuoti a Fiumicino e auto bianche ferme in tutta la zona limitrofa al Circo Massimo a Roma. Ma la protesta è andata in scena anche in altre diverse città italiane. Quando era iniziato l'incontro, diversi tassisti erano partiti dal Circo Massimo in un corteo non autorizzato e diretto verso Montecitorio. Il gruppo ha poi rinunciato a raggiungere Montecitorio per la presenza di un grosso presidio delle forze dell'ordine, con blindati e agenti in tenuta anti-sommossa. Il questore di Roma, Francesco Tagliente - che mercoledì sera aveva convocato una delegazione di tassisti - aveva detto senza giri di parole che Palazzo Chigi avrebbe dovuto restare off limits, e che non sarebbero stati tollerati altri blocchi del traffico. La prefettura, inoltre, si era detta pronta a precettare i tassisti nel caso in cui avessero continuato a non lavorare. Bittarelli di Uritaxi aveva ribattuto: "Il fatto che il prefetto ci abbia diffidato e che minacci la precettazione non ci aiuta a raffreddare gli animi in piazza e rende il tutto più difficile". I disagi - Anche nel corso di giovedì, per chi si muove in taxi, sono stati registrati disagi in tutta Italia, tra lunghissime atteste telefoniche e posteggi pressoché deserti. Forti disagi a Fiumicino e alle stazioni ferroviarie di Roma. A Milano le auto si sono fermate per riunirsi in assemblee spontanee in attesa delle notizie provenienti da Roma. A Genova centinaia di taxi si sono fermati in piazza De Ferrari per il terzo giorno consecutivo. A Napoli le mogli dei tassisti hanno continuato il presidio a piazza del Plebiscito dopo lo sgombero delle auto che la scorsa settimana hanno occupato l'aurea.