L'attacco finale di Maroni a Bossi e cerchio magico
L'ex ministro dell'Interno smentisce Reguzzoni: "Il Senatùr non sapeva nulla della mozione di sfiducia contro Passera, è una cosa sbagliata"
Roberto Maroni sferra l'attacco finale a Reguzzoni, il capogruppo della Lega alla Camera. Ieri a Varese, l'ex ministro dell'Interno è stato accolto trionfalmente dalla base leghista al comizio organizzato esclusivamente per lui. Dal palco ha lanciato frecciatine contro il cosidetto "cerchio magico" e specialmente contro Reguzzoni. "C'è qualcuno che mi vuole cacciare. Credo che dovrebbe essere ciacciato lui". Oggi Maroni ha rincarato la dose e ha sferrato l'affondo. "Umberto Bossi non sapeva nulla della mozione di sfiducia promossa dal capogruppo Reguzzoni - confessa Bobo -. Io la considero sbagliata nel merito. Non perché l'ha fatta lui ma perché avrà effetti contrari rispetto alle intenzioni". Una sconfessione ufficiale di quanto invece aveva affermato Reguzzoni pochi giorni fa. Il Capogruppo leghista alla Camera aveva dichiarato che la Lega avrebbe presentato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dello Sviluppo Corrado Passera per "manifesta incapacità di creare sviluppo nel nostro Paese". Maroni di fatto lo smentisce, dichiarando: "Ho sentito molti colleghi che non erano stati informati della mozione e neanche io lo ero stato. Se il capogruppo mi avesse chiesto, avrei detto che è sbagliato presentare una mozione individuale contro un ministro se non si ha la certezza che la mozione passi o che possa creare problemi alla maggioranza - spiega l'ex capo del Viminale -. Nessuna di queste due condizioni c'è, quindi la mozione serve solo a rafforzare il ministro e a compattare la maggioranza. L'esatto contrario di quello che ci si proponeva". Maroni a Varese: "Via chi mi vuole cacciare". Guarda su LiberoTv Le primarie della Lega: votate il sondaggio di Libero Da Cosentino a Passera - Maroni in una settimana ha conquistato l'elettorato leghista. Mercoledì 11 gennaio, alcuni deputati della Lega erano stati determinanti nel salvare l'onorevole del Pdl Cosentino, sul cui voto di autorizzazione a procedere alla Camera Bossi aveva lasciato libertà di coscienza. La questione aveva suscitato molte polemiche nella base padana che non capiva il motivo di tale gesto. Maroni si era subito dissociato e di contro aveva ricevuto una chiamata dalla segreteria del Carroccio che gli vietava di presenziare a qualsiasi comizio padano. L'ex ministro dell'Interno aveva espresso tutta la sua amarezza su Facebook dove ha poi ricevuto moltissimi attestati di stima. L'onda delle polemiche che hanno investito Bossi e altri alti dirigenti leghisti hanno costretto il Carroccio a fare marcia indietro e ritirare la "fatwa". Maroni però non si è fermato qui. Forte del consenso della base leghista ora vuole la testa di tutti i suoi nemici, Reguzzoni in testa.