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Il lato sobrio della strage: Monti non ci mette la faccia

Governo grande assente nella catastrofe che fa parlare il mondo. E la Cancellieri propone un premio solo per i pompieri

Giulio Bucchi
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La sobrietà non sempre è una virtù. Sarà stato sobrio tenersi lontani dall'Isola del Giglio nelle ore del naufragio, ma certo non è stata mossa saggia né intelligente da parte del presidente del Consiglio, Mario Monti e dei suoi principali ministri. Basta dare un'occhiata alle cronache di giornali e tv internazionali per comprendere come in quelle ore fosse in gioco l'immagine e in questo momento la stabilità dell'Italia assai più che in un'asta di titoli di Stato. Sarebbe stato un atto dovuto vedere lì se non il premier, almeno il ministro dell'Interno o qualcuno dei suoi colleghi, per dare l'impressione- anche in mezzo al comprensibile caos, che uno Stato c'è e non fugge al momento del bisogno. Ci fosse stato qualcuno di loro forse la corrispondente della tv tedesca non avrebbe detto nei suoi servizi che degli “italiani” non ci si può fidare: non c'è stata nemmeno un'autorità in grado di fornire numeri e identità dei dispersi che erano su quella nave e mancavano all'appello. Ripetute mille volte in queste ore osservazioni di questo tipo rischiano di avere un impatto tragico sull'opinione pubblica tedesca, in grado di influire sugli spread assai più di tante debolezze ataviche dell'economia italiana. Per questo essere al Giglio era dovere del governo Monti, assai più utile al paese di una risata fragorosa su Angela Merkel in compagnia di David Cameron. L'inversione - E invece in queste ore e in queste epoche da governo tecnico si assiste a un'inversione copernicana dei valori che sembra avere assai poco di buono. Perché è assai più sano un peccatore indomito che però sa che cosa è il bene di un sobrio uomo che fa della sua normalità una bandiera eroica. Ecco la parola magica a cui si è aggrappato con tutta la tronfia retorica di cui è carico il governo, subito seguito dai maldestri tifosi: eroismo. Assente sul luogo del naufragio, lontano miglia dalla disperazione delle vittime, ma ben presente nei salotti tv che contano, l'esecutivo si è appropriato di quella bandiera senza senso. Dispiace, perché il ministro quando vuole ha una sua carica di simpatia e umanità non comune, ma il titolare dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, è spuntata martedì sera con una telefonata a Porta a Porta che avrà reso gongolante Bruno Vespa, ma che sarebbe stato assai più sobrio evitare. In studio c'era un drappello di vigili del Fuoco di Grosseto e dintorni, che hanno guidato le operazioni di salvataggio dei passeggeri della Costa Concordia nelle prime ore. Hanno fatto un ottimo lavoro, mostrando di essere ben addestrati e capaci. Complimenti a tutti. La Cancellieri è andata un po' oltre: «Vi annuncio che proporrò al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una medaglia al valore civile per il corpo dei Vigili del Fuoco». Applausi in studio e Vespa - forse in imbarazzo, che riconosceva i meriti del lavoro a Grosseto, ma proponeva di aggiungere nelle motivazioni della medaglia al valore civile anche il lavoro fatto dagli stessi vigili a L'Aquila dopo il terremoto. È giusto complimentarsi con chi lavora bene, ma se fosse necessario dare una medaglia al valore a chiunque in Italia facesse a puntino il suo dovere, altro che retrocessi in serie B! Sarebbe il simbolo di un Paese alla frutta. In cui nessuno fa quel che deve e se lo fa, lo butta un po' via. La Cancellieri non se ne è accorta, ma con quel gesto ha dato ragione a chi nel mondo ride degli italiani e ha fatto della Costa Concordia che affonda l'immagine simbolica di un intero Paese e del comandante Francesco Schettino che se la dà a gambe levate il ritratto dell'italiano-tipo. Schiaffo in diretta - Sono stati bravi i vigili del fuoco di Grosseto. Ma non sono stati eroici: sono addestrati per fare quello che abbiamo visto al Giglio. Per altro non sono stati i soli a intervenire e a lavorare in condizioni assai difficili per ore: c'erano i sommozzatori dei carabinieri, c'erano poliziotti, vigili urbani, finanzieri, volontari della croce rossa e di altre associazioni. Quella uscita della Cancellieri sui vigili del fuoco è sembrata uno schiaffo a ciascuno di loro. Proprio ieri il governo l'ha rifatto. Nell'aula di Montecitorio, dove stava riferendo del naufragio del Giglio, il viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, non si è tenuto e ha rivolto - petto in fuori - un «encomio solenne al capitano di fregata Gregorio De Falco», quello divenuto celebre in tutta Italia e perfino all'estero per il suo «vada a bordo, cazzo» rivolto all'inebetito Schettino. De Falco era alla capitaneria di Porto di Livorno, è stato energico e assai efficace con il comandante. Per le operazioni di salvataggio ha fatto quello che ha potuto. Ma certo in questa vicenda ha compiuto e bene il suo dovere. La normalità, non l'eccezione. E questo insistere pubblico sull'eroica normalità onestamente puzza assai. Esaltando i nuovi eroi che vede come fossero lì davanti allo specchio, il governo Monti pensa di mettere una medaglia non al loro, ma al proprio petto. E mai medaglia fu così immeritata. di Franco Bechis

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