Bobo sul palco con Bossi "Vi dico io chi cacciare"
Ultimatum di Maroni: "Va allontanato chi mi vuole allontanare dal partito". A Luino botte tra militanti in una sezione del Carroccio
Urla, spintoni, poi le botte. E due militanti del Carroccio che finiscono a farsi medicare in ospedale. E' accaduto in una sezione di Luino, in quella culla della Lega che è la provincia di Varese, dove più che altrove si sta vivendo in modo drammatico la lacerazione tra le due anime della Lega, quella tra i sostenitori del "cerchio magico bossiano e i filo-maroniani. E proprio a Varese, l'ex ministro dell'Interno era atteso sul palco per un incontro pubblico, il primo dopo la "fatwa" con cui il leader maximo Umberto Bossi aveva vietato al suo eterno vice di parlare ai militanti. I due si erano visti poi in via Bellerio e il divieto era stato ammorbidito, aprendo la strada all'incontro di stasera. Dove, a sorpresa, l'ex ministro dell'Interno è salito sul palco insieme a Bossi e a Calderoli. Pace fatta? Macchè. Maroni è stato chiaro che più chiaro non si può: "Sono stufo di subire processi sommari. Qualcuno vuole cacciarmi dalla Lega? Forse dovrebbe essere cacciato lui dalla Lega". Frase che ha scatenato una vera ovazione nella platea di militanti. Il riferimento è in primis a Marco Reguzzoni, presidente dei deputati leghisti e uomo vicinissmo al Senatur. E infatti Bobo ha proseguito ironicamente: «Hanno detto che voglio fare un mio partito, hanno detto che sono in cerca di visibilità, hanno detto che sarei invidioso di uno che abita in provincia di Varese a Busto Arsizio, ma come faccio a essere invidioso di uno di Busto Arsizio?» (reguzzoni è di Busto). Battuta che ha provocato un boato fra i militanti varesini, con applausi e cori "fuori, fuorì". Concetto che Maroni ha espresso anche in un un'intervista a Panorama in edicola domani, in cui l'ex inquilino del Viminale assicura che non farà come Bruto: "Non accoltellerò alle spalle Bossi, a lui sono legato da una profonda amicizia". Ma, aggiunge, "ormai molti vedono in me un simbolo per riportare la Lega al suo progetto originario. Credo sia davvero arrivata l'ora di aprire una stagione di congressi per rinnovare la classe dirigente. Ci vogliono tutti quarantenni, capaci di far superare le difficoltà".