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Sarkò annulla il vertice perché si vergogna: Nicolas il codardo

Il presidente annulla il summit a Roma non per gli impegni politici ma per il downgrade. E in conferenza stampa non risponde...

Andrea Tempestini
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Nei giorni in cui le coscienze vengono scosse dalla grottesca performance del comandante-coniglio della Costa Concordia, Francesco Schettino ("Vada a bordo, cazzo!", gli intimava la Capitaneria di porto nelle fasi concitate del naufragio), fa capolino anche un altro codardo: Nicolas Sarkozy. Lunedì la notizia del rinvio del trilaterale di venerdì a Roma, nel quale a Sarkò si sarebbero dovuti unire il premier italiano Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Ufficialmente il rinvio è arrivato per "improvvisi" motivi politici tutti dell'Eliseo. Balle. Il rinvio è stato determinato dal declassamento deciso da Standard & Poor's del debito francese, che ha detto addio alla tripla A (mentre quello italiano, arrivato al livello BBB+, si avvicina pericolosamente alla poco nobile dicitura di "spazzatura"). Il punto è che per Sarkò, a tre mesi dalle elezioni, il downgrade è una ferita aperta di cui è difficilissimo, anzi impossibile, parlare. Tanto che, andando contro ogni ritualità, è stato annullato il trilaterale pochi giorni prima dell'incontro. Strano, molto strano. E Berlino impera - Da quando è scattato il declassamento, Sarkozy ha evitato  in ogni modo di parlarne. Quella AA+ è una sconfitta sia in termini elettorali sia in termini di leadership continentale. Si era sempre disquisito di un tandem franco-tedesco al comando dell'Europa, ma ora resta soltanto Berlino a poter vantare la tripla A. Parigi guarda dal basso e Nicolas rosica. Ieri, lunedì 16 gennaio, Sarkò si trovava in visita a Madrid: quell'incontro non è riuscito proprio a farlo slittare. E a testimoniare tutto il suo nervosismo (e la sua codardia) vi è quanto accaduto nella conferenza stampa che ha seguito l'incontro con il premier spagnolo, Mariano Rayoj. Il silenzio imbarazzante - Interpellato dal cronista della Reuters che segue abitualmente l'Eliseo, Sarkozy ha glissato (anzi, ribattuto con arroganza e senza rispondere) per ben quattro volte sul declassamento deciso da S&P. "Pensa che la perdita della tripla A sia un fallimento e che il distacco nei confronti della Germania ridurrà l'influenza della Francia in Europa?", chiedeva il giornalista. E Sarkò: "Non ha visto le ultime notizie? Può farmi un'altra domanda che tenga conto delle ultime informazioni?". Quindi il cronista: "La domanda è sapere se lei considera un fallimento e se il distacco con la Germania...". Ma Nicolas lo interrompe: "Insisto, lei non è al corrente delle ultime informazioni. Dunque, se lei mi pone una domanda sulle ultime notizie, risponderò. Se invece mi parla di quel che è successo venerdì scorso, era appunto venerdì...", questa la 'convincente' argomentazione offerta dal presidente transalpino. E il cronista incalza: "D'accordo, allora Moody's, che ne pensa?". E sempre più piccato, Nicolas: "No, formuli una domanda. Moody's non vuol dire granchè". "Dopo Standard & Poor's, Moody's fa pendere una spada di Damocle sulla politica economica francese?", chiede il cronista della Reuters. "Non capisco questa domanda. Se c'è qualcuno che mi vuole porre un interrogativo comprensibile risponderò volentieri, non capisco la sua domanda". "Salga a bordo, cazzo!" - La domanda, in tutta onestà, era chiarissima. Semplicemente Nicolas Sarkozy non ha voluto rispondere accampando giustificazione insostenibili. E avendo paura di doversi trovare nella stessa situazione venerdì a Roma, e per lo più in compagnia della 'maestra' Merkel, sempre più salda al timone di un'Europa che va a fondo, Sarkò ha preferito annullare il trilaterale. Le sorti dell'euro? "E chi se ne frega", avrà pensato il premier francese, pronto a far saltare il summit pur di provare a difendere la sua scricchiolante immagine. Ci immaginiamo ora una telefonata di Angela, che scura in volto grida contro il premier francese: "Salga a bordo, cazzo, o l'euro ce lo scordiamo!".

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