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Monti adesso trova coraggio: con lui c'è un'ammucchiata

Alfano, Bersani e Casini hanno visto per la prima volta il premier in maniera ufficiale. Sì alla mozione comune anti-Merkel

Giulio Bucchi
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Come una fotografia in camera oscura, con l'immagine che pian piano prende forma, ieri la maggioranza che sostiene il governo di Mario Monti si è svelata anche dal punto di vista visivo. Grazie al primo vertice ufficiale tra il presidente del consiglio e i leader dei tre partiti che sostengono il governo: Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini. Altri ce n'erano stati, ma in gran segreto (si fa per dire). Un summit in forma di pranzo, a Palazzo Chigi, durato circa tre ore, in cui si è parlato soprattutto di Europa, ma di striscio sono stati toccati anche altri temi, come la legge elettorale. Ma non le liberalizzazioni, argomento già affrontato negli incontri separati. La notizia del giorno è la volontà dei partiti della maggioranza di scrivere in Parlamento una mozione comune di sostegno alla politica europea del governo. Una richiesta giunta nei giorni scorsi alle forze politiche proprio da Palazzo Chigi, per dare a Monti più forza per andare a trattare con Angela Merkel. Confermando una debolezza di fondo del premier, bisognoso del via libera dei partiti. Richiesta cui ha subito risposto positivamente l'Udc, seguito dal Pd e, con meno entusiasmo, dal Pdl. L'altra notizia, invece, è l'ammissione plastica di una maggioranza politica a sostegno del governo. «Una maggioranza non può essere che politica, e questa lo è», ammette senza alcuno sforzo Casini, secondo cui «vertici come quello di oggi (ieri, ndr) devono essere la norma e non l'eccezione». Ed è proprio il leader dell'Udc ad annunciare che potrebbero essercene altri, anche senza Monti. Peccato, però, che Bersani e Alfano non la pensino così. «Le maggioranze politiche sono solo quelle che escono dalle urne», lo gela infatti il segretario del Pdl. E lo stesso fa Bersani, anche se in maniera meno esplicita. Mentre Antonio Di Pietro sfrutta l'occasione per fare un gol a porta vuota: «Prendiamo atto che è nata una maggioranza politica di cui noi non vogliamo fare parte perché del tutto innaturale». Non c'è dubbio, comunque, che la giornata di ieri rappresenta un successo per il Professore. Che prima incassa i complimenti di Van Rompuy, secondo cui «i risultati del governo italiano sono straordinari e la sua agenda è anche quella dell'Europa». Poi riesce finalmente a unire intorno a un tavolo i leader dei partiti in suo sostegno. E infine ottiene una mozione in favore alla sua azione politica in Europa. «Sono molto soddisfatto», ammette Monti in serata. Unico neo è la decisione di Nicholas Sarkozy di annullare il vertice a tre a Roma con lo stesso Monti e Angela Merkel. Una notizia che però potrebbe volgersi a vantaggio dell'Italia, che ora ha più tempo a disposizione per cercare di addolcire le rigidità tedesche in vista del vertice del consiglio europeo alla fine di gennaio. di Gianluca Roselli

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