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Draghi lancia allarme rosso: "Crisi gravissima, ora agire"

Il governatore della Bce: "La situazione è peggiorata. Bisogna attuare subito le decisioni su fondo salvastati e stabilità"

Giulio Bucchi
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Basta perdere tempo, perché la "crisi è gravissima" e la situazione dell'Eurozona da ottobre a oggi "è peggiorata". L'allarme arriva dal governatore della Banca centrale europea Mario Draghi, intervenuto al Parlamento europeo di Strasburgo come presidente del Comitato europeo per il rischio sistemico. "Ci troviamo in una situazione molto grave e non dobbiamo nasconderlo", ha detto Draghi ricordando che la situazione fotografata pochi mesi fa dal suo predecessore alla Bce Jean Claude Trichet e definita allora "sistemica", non è migliorata, anzi. "Bisogna attuare tempestivamente le decisioni che sono state prese" al vertice europeo, in particolare per quanto riguarda "l'Efsf e l'Esm", rispettivamente il Fondo europeo salva-stati e i meccanismi di stabilità. Un monito che arriva a pochi giorni dal declassamento di mezza Eurozona, Italia compresa, da parte dell'agenzia di rating americana Standard&Poor's, e a poche ore dall'annullamento del vertice trilaterale con Monti e Merkel previsto per venerdì da parte del presidente francese Nicolas Sarkozy. Non esattamente un buon auspicio in questi tempi di tempesta. Tutto questo, prima che arrivasse un'ulteriore declassamento di S&P's, questa volta proprio al fondo salva-stati. Il tempismo di Draghi è ammirevole, perché proprio in quei minuti afferma: "Dobbiamo imparare a vivere senza il giudizio delle agenzie di rating". Borsa e spread - Oggi intanto ci si attendeva una giornata di fuoco in Borsa dopo il declassamento dell'Eurozona. E mentre il premier Mario Monti ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, Piazza Affari ha risposto meglio del previsto e dopo una partenza debole ha chiuso con l'indice Ftse Mib a +1,4% a 15.220 punti e l'Ftse All Share in aumento dell'1,16% a quota 16.036. Milano miglior mercato d'Europa con i bancari quasi tutti in positivo tranne Mps, che ha perso il 2,92% a 0,21 euro. Bpm è salita del 4,69%, Mediolanum del 2,2%, Ubi del 2,1%, Mediobanca dell'1,62%. Più caute le due 'big' Intesa SanPaolo (+1,29%) e Unicredit (+0,41%). Lo spread tra Btp e Bund tedeschi invece è a 485 punti base. 

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