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Eurobond, crescita, bilancio Ecco cosa vuol fare Monti

Per il premier la creazione di nuovi posti di lavoro, la crescita del Paese sono il volano dell'Europa. Parola d'ordine: rigore

Lucia Esposito
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Dopo l'incontro del 6 gennaio con il presidente francese Nicolas Sarkozy, si va delineando la strategia di Mario Monti, soprattutto rispetto all'Europa. La pressione italiana per inserire nel nuovo Trattato intergovernativo un forte impegno per la crescita, la creazione di posti di lavoto è stata bloccata dalla Germania: ma il governo è convinto che senza crescita si rimane al palo. Il governo punta a una crescita dell'un per cento del Pil dal 2013 con la riduzione del cuneo fiscale, forti investimenti pubblici, deregolamentazione del mercato del lavoro. Ma questo piano si scontra con un altro niet dell'Europa di Merkel: quello di poter scorporare la spesa per investimandi dal deficit-Pil. Nella nuova Unione fiscale la regola sarà rigore: l'impegno alla riduzione del deficit scende dal tre per cento allo 0,5 per cento per chi ha il debito superiore al sessanta per cento. Resta all'un per cento per i Paesi virtuosi. Ma chi sbaglia viene messo in mora. La Germania chiede che ogni Paese possa denunciare davanti ai giudici europei i partner che non rispettano la regola del pareggio di bilancio e il patto sulla riduzione del debito. L'Italia propone che i ricorsi alla Corte si possono fare solo dopo il pronunciamento della Commissione. Per orea è passata la linea rigorista della Germania che boccia gli eurobond come strumento per risolvere la crisi dei debiti, ma l'Europarlamento non molla e chiede di introdurli: la posizione di Monti è quella delle "emissioni coordinate". In pratica, gli Stati membri devono riferire a a Commissione europea e consiglio i loro piani di emissione.

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