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Ora Cortina si ribella al blitz Vuol far causa allo Stato

Il sindaco fuorioso per gli annunci di Equitalia: i dati sono manipolati e denuncia un danno all'immagine. Ora trema Corumayeur

Lucia Esposito
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Sembra un film: un po' Natale a Cortina, e un po' I tartassati, col commerciante Totò che tentava di blandire l'integerrimo finanziere Aldo Fabrizi. Il blitz-antievasori a Cortina sta producendo svariati strascichi, oltre alle dovute lodi. Per esempio è inviperito il sindaco della cittadina, Andrea Franceschi. Il quale, sfogliando di primo mattino i giornali che riportavano l'operazione degli ispettori dell'Agenzia delle entrate, ha ravvisato nell'immagine della sua città qualcosa di ladresco e di troppo godereccio: «Dalle prime verifiche effettuate ascoltando direttamente gli operatori controllati» puntualizza «è emerso che i dati forniti dalle Entrate sono stati palesemente manipolati per fare notizia e giustificare un'azione da Stato di polizia. Pretendiamo un'operazione di trasparenza e di verità». Il sindaco, insomma, ritiene il raid sopraccitato, uno spot. Franceschi difende gli imprenditori locali ma anche gli ospiti, vip e non, della località ampezzana. «Nessuno contesta la lotta all'evasione, anzi»  rincara lui «tuttavia trovo inaccettabile che si voglia far passare gli imprenditori e gli ospiti di Cortina d'Ampezzo per evasori. Premesso che queste informazioni sarebbero state facilmente verificate dagli oltre 33.000 dipendenti dell'Agenzia delle entrate semplicemente incrociando i dati dei registri Aci con quelli delle dichiarazioni dei redditi e stando in ufficio senza scomodare 80 agenti per azioni in stile hollywoodiano». Il sindaco è appoggiato dai concittadini, molti dei quali convinti che «il dato vero è che questi 58 casi individuati, anche se riguardassero tutti degli evasori fiscali, corrisponderebbero a poco più dello 0,1% sulle circa 50.000 presenze a Cortina del giorno 30 dicembre». E domanda provocatoriamente, sempre Franceschi: «L'accusa poi andrebbe estesa anche al Ministro della Giustizia Paola Severino, a personalità del calibro di Luca di Montezemolo e addirittura allo stesso direttore dell'agenzia delle entrate Attilio Befera: tutti in vacanza a Cortina nel giorno in questione? Credo proprio di no e certe generalizzazioni qualunquiste di questi giorni non hanno nessun fondamento..». Accanto al sindaco si schiera anche la Confcommercio di Cortina d'Ampezzo, commentando: «Si è trattato di uno show mediatico con uno spiegamento di forze che non si è visto nemmeno per la cattura di un boss mafioso». Certo, il danno d'immagine a Cortina un po' c'è stato. Anche se nell'Isola dei famosi delle Dolomiti le immagini  di negozi che non vendono, ristoranti che non apparecchiano, alberghi dove non si dorme sembrano un tantino tirate. E, tra gli ospiti presenti e passati pochissimi fingono di non essere quelli di Cortina. Anche se ci aveva già pensato il sito “globalizzatore” Dagospia a farli apparire tutti sorridenti con sfondo ampezzano, da Paolo Mieli a Ornella Vanoni, da Fiorello ai Barilla. Fino a Piero Valsecchi patròn della Tao Due. Che ha già avuto proprio a Cortina la visita della Finanza, uscita senza nulla eccepire, anzi facendogli i complimenti per la specchiata contabilità. «Finalmente, così entreranno soldi nelle casse dello Stato. Non credo che Cortina sia la punta dell'iceberg, ma da una parte si doveva pur cominciare. Credo in questo governo e credo che le irregolarità vadano trovate. Conosco anche i cortinesi, gente perbene, precisa», dice Valsecchi. Ed è vero. Come è vero che altre località turistiche sono preoccupate di altri possibili blitz della Finanza. Attilio Befera, boss dell'Agenzia delle Entrate si difende dalle accuse: «Se i controlli sono stati effettuati a Cortina non è per un pregiudizio verso qualcuno ma Perché sapevamo, segnalazioni alla mano, a cosa andavamo incontro». spiega a La Stampa. «Gli italiani devono decidere che cosa vogliono. Lo dico a chi, come Beppe Grillo, sull'argomento mi pare in confusione. Perché a parole tutti sono d'accordo a fare la lotta all'evasione ma solo quando non li riguarda». di Arturo Bandini

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