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La Casta si dà pure l'aumento: più soldi a ministri e toghe

Altro che tagli ai parlamentari, nel 2012 i costi della politica cresceranno di 23 milioni. In totale per gli italiani una tassa di 80 euro

Lucia Esposito
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Più tagli per tutti. Meno che per presidenza del Consiglio (Palazzo Chigi), organi costituzionali e ministeri con portafoglio. Tranne rare eccezioni il 2012 porterà - salvo interventi che al momento non si vedono - ad un  aumento dei costi per far marciare i ministeri. Un paradosso che salta fuori applicando quanto elargiscono gli stanziamenti previsti dal Bilancio preventivo 2012. In soldoni, se il presidente del Consiglio non interverrà, nel 2012 i costi complessivi per gli organi centrali dello Stato aumenteranno di ben 23,2 milioni di euro. E non si tratta di poca cosa considerando che già nel 2011 (Bilancio di previsione) erano costati la bellezza di 3 miliardi, 184 milioni e spiccioli. Ebbene dovremmo superare di slancio i 3,2 miliardi con un incremento di spesa dello 0,7%. Che in tempi di austerity e sobrietà non è proprio la cosa più bella. Il raffronto anno su anno è stato realizzato in esclusiva per Libero  dal Dipartimento “Politiche Territoriali” della Uil, diretto dal segretario confederale Guglielmo Loy. Gli esperti del Centro studi del sindacato hanno passato al setaccio i bilanci di ogni singola branca della macchina statale. Risultato: «Mentre per i pensionati e lavoratori dipendenti i provvedimenti del decreto “salva Italia” si applicano immediatamente», spiega piccato Loy, «per la riduzione dei costi della politica si procede con la tattica della “melina”, rinviando il momento dell'attuazione effettiva di questa scelta». Gli esperti della Uil si sono anche divertiti a calcolare quanto costi ad ogni singolo contribuente  ogni organo, ministero e ufficio. Per gli organi centrali dello Stato sborsiamo la bellezza di 80 euro a testa. Contributo che lieviterà nel 2012.  E in alcuni casi di tagli alla “casta” c'è ben poco, se non una limatura quasi impercettibile. «Per il funzionamento della Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale (ovvero gli Organi Costituzionali monitorati, ndr), per il 2012, sono previste spese per quasi 1,9 miliardi di euro», spiega nel dettaglio Loy, «in diminuzione di soli 34mila euro (lo 0,002%) rispetto al preventivo 2011». Sì, avete capito bene. Se Monti non interverrà alla fine di tutto il ballo in maschera sui tagli ai costi della politica il risparmio sarà di appena 34mila euro. Manovre di risparmio, tagli alle retribuzioni più alte, revisione di convenzioni e riduzioni di consulenze hanno partorito, al momento, un risparmio mensile di poco più di 2.800 euro. Ammettendo che un risparmio per Quirinale, Palazzo Madama, Montecitorio ci sarà - seppur modesto - sorprende scoprire che alcuni organi di rilevanza costituzionale (ovvero previsti dalla nostra Costituzione), vedranno lievitare i trasferimenti per il 2012. È il caso della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato, del Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel), del Consiglio superiore della Magistratura (Csm) e del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana. Gli stanziamenti previsionali, prevedono una disponibilità complessiva di 533,5 milioni, vale a dire un aumento di 4,1 milioni  di euro (lo 0,8% in più) rispetto al 2011.  Anche la Presidenza del Consiglio potrà contare su un ritocchino del budget. Nel 2011 la dotazione finanziaria era stata pari a 473 milioni. Che quest'anno viene maggiorata di altri 12,9 milioni. Insomma, Monti da buon padre di famiglia dovrà cominciare a tagliare le spese già in casa propria. Se gli organi costituzionali - che hanno una specifica autonomia di gestione economica - non se la passano così male, non tireranno la cinghia i singoli ministeri. Il Centro studi Uil ha stimato, complessivamente, un aumento dei costi “politici” di oltre 6 milioni. Ma attenzione. I costi a cui si riferisce la ricerca sono quelli relativi al funzionamento dei “centri di responsabilità”, vale a dire gli uffici in diretta collaborazione del ministro (capo di gabinetto, segreteria, ufficio stampa, viceministri e sottosegretari). Insomma l'équipe che collabora con il titolare del dicastero e non la macchina burocratica che ha ben altri costi. Però andando a spulciare salta all'occhio che, complessivamente, i 13 ministeri nel 2012 potrebbero costare oltre 6 milioni in più rispetto al 2011. E non che prima fossero in miseria. Nel 2011 per assicurare le task force ministeriali vennero stanziati ben 187,5 milioni. Che lievitano oltre la soglia dei 203 quest'anno.  Un aumento dei costi stimato in un bel 3,1%. Tra questi spicca l'aumento della disponibilità del ministero per i Beni Culturali, ma è pur vero che l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, aveva falcidiato gli stanziamenti (passerà alla storia la frase: «La gente non mangia cultura»). E così la disponibilità quest'anno lieviterà del 50%. Ma in termini assoluti si tratta di un budget limitato: da 6,1 milioni a 9,2 milioni. Sempre che Monti non intervenga con il tosaerba. Del resto il Bilancio di previsione 2012 è stato messo a punto da Tremonti. di Antonio Castro

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