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Casta, Monti risponde a Libero "Non posso tagliare i privilegi"

Il premier risponde alla nostra 'sfida': "La competenza a ridurre i costi della politica è del Parlamento, non del governo"

Lucia Esposito
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"La competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi da parte del governo". Lo mette nero su bianco in una nota il premier Mario Monti, rispondendo alla nostra proposta di intervenire sugli sprechi della Casta.  Non accetta il guanto di sfida lanciato  dal nostro quotidiano in edicola oggi, giovedì 5 gennaio. Nel suo editoriale il direttore Maurizio Belpietro, scrive:" La decisione di tagliare è di competenza di Montecitorio, Palazzo Madama e Quirinale, i quali essendo organi costituzionali sono indipendenti e non soggetti al governo. Vero. Palazzo Chigi non può decidere di quanto limare lo stipendio di deputati e senatori, né di ridurre l'appannaggio al presidente della Repubblica. Però, avendo la cassa in mano, può stabilire con legge finanziaria un taglio lineare alle sopracitare istituzioni proprio come Tremonti faceva con le amministrazioni locali e le Università. Non c'è scritto nella Costituzione che i Palazzi della Repubblica possono spendere quanto vogliono e sono irresponsabili di fronte alle esigenze di bilancio". Mani legate - "Basta discussioni lunghe e inconcludenti: Monti può tagliare senza violare alcuna legge la dotazione annuale e cioè il trasferimento dal Ministero dell'Economia", scrive il nostro vicedirettore Franco Bechis nel suo articolo. Ma Mario Monti si sfila completamente, mette le mani avanti e con una nota evidenzia: "In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso di inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei senatori e dei deputati, interverrebbe il governo, la presidenza del Consiglio fa sapere che la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in materia". Lettera di Tonino - Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, per chiedere al governo un intervento immediato sull'abbattimento dei costi della politica. In allegato alla missiva, inoltre, Di Pietro ha inserito l'elenco dei provvedimenti già presentati in Parlamento dai gruppi parlamentari dell'IdV chiedendo al presidente del Consiglio di prenderli in considerazione. "Come certamente ella ricorderà - scrive Di Pietro - i gruppi parlamentari dell'Italia dei Valori hanno inteso conferire a lei ed al suo governo una fiducia motivata, formalmente depositata in Parlamento, fondata su contenuti chiari, precisi ed inequivocabili. Parte essenziale della nostra fiducia era basata sulla significativa decurtazione dei costi della politica e sull'equità sociale. L'opera di razionalizzazione istituzionale rappresenta, infatti, una 'questione di credibilita" dinanzi all'Italia e non solo si rivela urgente sotto il profilo finanziario, ma si rende necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, vista la delicata fase che sta attraversando il Paese. "Nell'ambito delle sue comunicazioni programmatiche, lei ebbe a dichiarare che: 'di fronte ai sacrifici che sono stati e che dovranno essere richiesti ai cittadini, sono ineludibili interventi volti a contenere i costi di funzionamento degli organi elettivì. Tale ineludibilità, illustre presidente, implica necessariamente un immediato, efficace e reale intervento in tal senso, partendo da tutto ciò che è possibile fare subito, dando così al Paese il buon esempio". Spiega Di Pietro nella lettera: "Le nostre proposte sono: soppressione immediata delle province con compiti, funzioni e personale dipendente da affidare a comuni e regioni; Diminuzione del numero dei deputati e dei senatori (complessivamente a 500), dei componenti dei consigli e delle giunte regionali".  

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