SuperMario fa il vip su 'Chi' Così ha perso l'innocenza
Il tecnico tra bimbi e sorrisi sul settimanale patinatissimo e lettissimo. Ma nessuno parlerà di piaggeria o stampa asservita
Non fate girare troppe copie di Chi, c'è gente che potrebbe restarci malissimo. A parte una fotografia da Pulitzer, Oscar e Trofeo Moretti di Angela Merkel in tenuta da sci di fondo in Engadina, ci sono immagini che potrebbero stroncare intere cosmogonie. In sintesi: il governo tecnico è sbarcato sulla rivista diretta da Alfonso Signorini. Ampi servizi fotografici dedicati al premier e a un ministro, entrambi fotografati con famigliola al seguito. E no, Arcore non c'entra. Sullo sfondo c'è il Pincio, e poi - come allora - i figli, e i figli dei figli. Sorridono tutti. Ma nessuno si sognerà di parlare di stampa asservita , o di piaggeria, o di strategia del consenso. Perché a finire sulla carta patinata (e lettissima) di Chi è il sobrio presidente del Consiglio Mario Monti, che per l'occasione si fa immortalare senza il loden d'ordinanza ma con un cappotto blu. L'immagine non comunica esattamente un'idea di improvvisazione: sono tutti in posa, bambini compresi, come si conviene a una rivista di gossip e costume. Tuttavia provoca straniamento: il premier - «giovanotto dell'alta borghesia tra il liceo Leone XIII dei gesuiti e l'università privata Bocconi, tipico milanese», come diceva Chiara Beria d'Argentine poche settimane fa su La Stampa, è finito sulla rivista bollata dalla sinistra come feroce house organ del berlusconismo pop. Non fatele sapere che ci sono quelle foto. Non dite a Maria Corbi che, su Chi, in posa accanto a Mario Monti c'è la consorte Elsa, quella «da anni impegnata come crocerossina, sempre discreta, first lady finalmente esportabile, iscritta al comitato di volontarie della Cri dal 1993», come meritoriamente ricordò per il quotidiano torinese: sarebbe un colpo troppo duro. Sul settimanale diretto dal conduttore di Kalispera c'è perfino un particolare di donna Elsa, «sobria ed elegante, di classe: “classe”, che dolce suono, dimenticato con Ruby e le altre, quell'esercito di donne preistoriche, sculettanti, senza dignità che hanno affollato le stanze di palazzo Grazioli e non solo» (sempre Maria Corbi, sempre per La Stampa). Lady Monti, «first lady dai capelli di ghiaccio» (sì: La Stampa), bionda un po' grigia infagottata in un cappotto arancio, regge gli occhialini del nipotino che gioca beato col fratellino. È bene che le fotografie pubblicate dallo strumento del «pink tank» (il copyright è di Repubblica ai tempi dei sexygate del Cav) siano occultate anche al quotidiano diretto da Ezio Mauro. Lo stesso che spiegava, un paio di mesetti fa, come «tra sobrietà e un po' d'ironia il Monti-style» archiviasse «l'era Silvio». Ecco, lei, la «schiva cultrice dell'understatement» (Laura Laurenzi, Repubblica), tutta burraco e beneficenza, è lì, tra Laetitia Casta, Fabrizio Corona, Paola Barale e Fiorello. Non fate circolare quelle immagini, la terrazza del Pincio, il passeggino, i bimbi, il Cupolone alle spalle, perché sono un fendente mortale a mesi di costruzione di una differenza antropologica, completa, corazzata, che pareva scolpita in modo irrimediabile: «L'uno ha, tra Segrate e Cologno, il suo impero tv, l'altro è editorialista del Corriere in via Solferino; l'uno è stato fotografato in minishort bianchi che passeggiava, mano mano con una giovan fanciulla, tra i catcus della sua megavilla a Porto Rotondo, l'altro ama camminare nelle verdi e solinghe valli dell'Engadina (purtroppo il suo compagno preferito, l'amato golden retriever, non c'è più!). E ancora. L'uno abita nella villona in Brianza acquistata con i primi milioni da nobile casato, l'altro vive in un elegante appartamento, zona Magenta-piazza Piemonte; l'uno ama gli eccessi e le barzellette, l'altro è iperpacato e ipercontrollato. Anche per stile di vita, senza attardarsi in assai sgradevoli confronti, Berlusconi e Monti rappresentano davvero due facce diverse della borghesia milanese», si leggeva mica troppo tempo fa su La Stampa. E invece: qui pare «Una storia italiana», la narrazione più berlusconiana che si può. A completare un numero di Chi che devasta troppe certezze c'è pure Corrado Clini, neo ministro dell'Ambiente e protagonista di un altro servizio fotografico, con compagna e di lei figlia. «Sì, siamo dei secchioni», afferma compiaciuto, con un golfino che pare quasi una pericolosa citazione. In anticipo di poche ore sulla Befana, l'epifania targata Signorini permette di ribaltare la domanda un po' offesa: tecnici a «Chi»? Sì: tecnici a «Chi». Ci hanno preso gusto. Ma, sdoganati, hanno perso la loro innocenza. Per sempre. di Martino Cervo