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Calderoli Veglione a sbafo, Monti si dimetta SuperMario si difende: ho pagato il cotechino

Il leghista: "Passo indietro per il cenone di capodanno con la famiglia a Palazzo Chigi. Ha fatto lavorare cinquanta persone"

Andrea Tempestini
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Beccato con le mani nelle lenticchie. Il veglione di Capodanno rischia di rimanere sullo stomaco al premier Mario Monti. Merito dell'ex ministro leghista Roberto Calderoli, che ha costretto il Professore ad ammettere che sì, il fatidico cenone del 31 sera in effetti è stato preparato e consumato da lui e famiglia a Palazzo Chigi: «Un comportamento di fronte al quale un Paese in difficoltà non può che aspettarsi le dimissioni del premier».   Senatore, tana per Mario? «Caspita! E così in fretta, poi. Pensare che mi aspettavo una risposta istituzionale, dato che sulla faccenda avevo presentato un'interrogazione». E invece è arrivata la nota a stretto giro... «Si vede che il presidente del Consiglio è sensibile alla questione». Tanto sensibile da volerci mettere una toppa al più presto. «È la famosa toppa peggio del buco. Il premier ha ammesso che di festa privata si è trattato: una cena il 31 dicembre dalle otto di sera a mezzanotte passata che cos'è se non un veglione?». E l'obiezione che Palazzo Chigi funge da residenza del premier? «Residenza sì ma di servizio, attenzione. Se Monti avesse dovuto invitare a cena la Merkel e Sarkozy non ci sarebbe stato alcun problema». E invece ha invitato i parenti. «E qui si inizia a fare fatica a parlare di servizio. Perché il cenone non l'ha fatto in qualcuna delle sue case? In America per molto meno ci si dimette». Di certo c'è che la sobrietà ne esce ammaccata. «Be', almeno ha ammesso che i parenti alloggiavano in albergo. Avrei voluto vedere il contrario...». Monti però sostiene anche che a cucinare e servire in tavola sarebbe stata unicamente la propria signora. «Quand'anche, resta il fatto che tenere aperto Palazzo Chigi l'ultimo dell'anno, anche solo per quanto riguarda il personale, ha un costo enorme. E nemmeno solo economico: stiamo parlando di persone che hanno dovuto rinunciare a trascorrere il Capodanno in famiglia per lavorare». Anche i costi umani, dunque. Di quante persone stiamo parlando? «Di preciso non saprei. Certo, tra personale di sicurezza e addetti vari siamo oltre le cinquanta persone». Dall'ala sinistra della maggioranza obiettano: proprio voi che difendevate il bunga bunga... «Eh no: Berlusconi ha sempre usato mezzi propri. Qui siamo all'utilizzo di una struttura pubblica per un'iniziativa privata, e c'è una bella differenza. Qui si va a creare un onere pesante per lo Stato». E ora che l'avete beccato? «Ora vogliamo andare a parlare con un procuratore per capire se il veglione a Palazzo Chigi è solo una scelta di pessimo gusto oppure se è qualcosa di più». Dica la verità, passare all'opposizione vi ha fatto bene. «Stare all'opposizione è sempre più facile perché criticare è più facile che costruire. Finché siamo stati al governo abbiamo costruito, poi Berlusconi non si è dimesso». E le vostre strade si sono divise. «Solo perché lui ha scelto di subire i ricatti e di sostenere il governo Monti». Strade divise per sempre? «Dipende da lui». intervista di Marco Gorra

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