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Banche, una doppia fregatura per chi chiede un mutuo

Ecco chi ci guadagna: l'euribor scende all'1,3% ma gli istituti applicano un differenziale crescente e fanno pagare i prestiti fino al 5,6%

Andrea Tempestini
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La questione non è più quanto, ma fino a quando. Anche ieri si è registrato l'ennesimo record di depositi overnight (ad un giorno, con tasso dello 0,25%) presso la Bce. Le banche europee hanno parcheggiato nelle casse dell'Eurotower 453,2 miliardi. Il giorno prima erano 446, mentre il 27 dicembre (record precedente) erano 452. La storia va avanti da quando sugli istituti di credito del Vecchio continente sono piovuti i 489 miliardi di liquidità con il maxi prestito a 3 anni (con tasso all'1%) della Banca centrale. Un bottino che invece di essere riversato nell'economia reale, con la ripartenza dei finanziamenti a imprese e famiglie, o nel sostegno ai debiti sovrani, con l'acquisto di titoli di Stato, viene quotidianamente ridepositato nei forzieri della Bce o, tutt'al più utilizzato per l'acquisto di strumenti di debito a breve termine, come è accaduto con l'asta dei Bot semestrali della scorsa settimana, che ha fatto il pieno di richieste.  A fare le spese dei timori delle banche a rimettere in circolazione il denaro sono, chiaramente, i clienti. Qualche giorno fa abbiamo spiegato in che modo le imprese saranno penalizzate dai costi di finanziamento delle banche che, malgrado la robusto iniezione di liquidità dello scorso dicembre e quella che si preannuncia per il 29 febbraio, con la seconda maxi asta Bce, restano alti e vengono scaricati sui tassi di interesse applicati ai prestiti. La batosta, purtroppo, riguarda anche le famiglie. Sia quelle che ricorrono alla banca per un'apertura di credito ordinaria, sia quelle che decidono di accendere un mutuo per l'acquisto di un'abitazione. In quest'ultimo caso l'attenzione deve essere massima, perché l'andamento dell'euribor (e dei tassi della Bce) potrebbe trarre pericolosamente in inganno. L'indice di riferimento a cui viene agganciata la maggior parte dei mutui variabili è infatti in discesa costante dall'inizio dell'estate, passando dal picco dell'1,6% di luglio all'1,35% di ieri. Ma questo non significa che il costo dei prestiti per i clienti sia sceso. Tutt'altro. Basta fare una simulazione su Mutuionline.it, uno dei principali siti di confronto tra le varie offerte, per verificare che le condizioni migliori per un prestito di 100mila euro a 20 anni oscillano (esclusi i costi di istruttoria e perizia) da un minimo del 4% fino a superare il 5,5%. A fare la differenza è il famigerato spread, non quello tra Btp e Bund di cui oggi si parla, ma quello che rappresenta il margine di guadagno delle banche. Ebbene, questa percentuale, che nella prima metà del 2011 viaggiava intorno all'1-1,3% (quindi i mutui variabili erano tutti al di sotto del 3%) è schizzata da qualche mese alle stelle. Stando alle simulazioni di Mutuionline.it, sempre fermandosi alle dieci migliori offerte su un campione di oltre 40 banche, si va da un minimo del 2,7% fino ad un margine mostruoso del 4,3%. Per avere un'idea, si tratta di percentuali che non si vedevano dai tempi della crisi subprime del 2008. Per le nostre tasche significa una variazione della rata mensile da circa 600 euro a poco meno di 700. Una somma che diventa ancora più indigesta se si pensa che i soldi che la banca ci presta sono stati prelevati dalla Bce ad un tasso dell'1%. Senza spread.  di Sandro Iacometti

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