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Quelli che attaccano gli esattori fanno il gioco degli evasori

I bombaroli anti-tasse forniscono argomenti e convinzione di avere supporto politico. Con le parole bisogna andarci piano

Nicoletta Orlandi Posti
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Il dibattito sulle intimidazioni ad Equitalia. Giuliano Zulin condanna gli attentati, ma spiega che questo fisco fa paura. Risponde Marco Gorra, che spiega: quelli che attaccano gli esattori fanno il gioco degli evasori. Segue l'articolo di Marco Gorra. Una mattina sul finire del XIV secolo, il signore di Ferrara Niccolò II d'Este detto lo Zoppo si ritrovò sotto casa la folla con fiaccole e forconi. Esasperati dall'oppressione fiscale, chiedevano sangue. Niccolò, allora, consegnò agli scalmanati il proprio incolpevole ministro del fisco Tommaso da Tortona sostenendo che la responsabilità fosse tutta sua: linciatolo, i bruti si ritirarono in buon ordine. Il criterio di quanti tra i politici - in modo particolare nelle fila del centrodestra - condannano sì le bombe ad Equitalia ma con relativi distinguo sull'invasività degli esattori e sulla necessità di comprendere l'esasperazione del contribuente non appare dissimile da quello dello Zoppo: armare il braccio dei gabellieri prima per esecrarli pubblicamente poi.  Nessuno vuole intestare in solido ai gruppi parlamentari della XVI legislatura le maniere spicce di Equitalia: le storture del sistema riscossivo italiano sono in larga parte endemiche, e quelle aggiunte negli anni dalla politica hanno svariati padri. Vero è però anche che l'escalation di violenza nei confronti di Equitalia si è avuta nell'ultimo periodo, in concomitanza con l'approvazione della manovra lacrime & sangue del governo Monti. Una manovra che, sia pure con tatticismi e mal di pancia, è stata votata anche da coloro che oggi non stanno né col fisco né con gli esagitati.  Non che Equitalia fino al giorno prima dell'approvazione del decreto Salva-Italia fosse granché consumer friendly (la tanto vituperata inversione dell'ordine della prova, per dire, è figlia del precedente governo). Eppure, quanto a immaginario collettivo - e la cronologia degli attentati lo testimonia - la scintilla decisiva è stata indubbiamente accesa dagli sviluppi più recenti. E il problema è che questo giustificazionismo in nuce alla fin fine rischia di fare il gioco degli evasori, principalmente perché fornisce loro argomenti e convinzione di avere supporto politico. Che ci sia un discorso di constituency è fuor di dubbio: l'elettorato di centrodestra non è affezionatissimo al fisco, e trovarsi rappresentanti schiacciati sulla difesa di Equitalia ne minerebbe ulteriormente il morale. Però - la storia insegna - di distinguo in distinguo il rischio di trovarsi un giorno a pronunciare la parola «sedicente» aumenta.  I bombaroli anti-tasse, fortunatamente, non risultano ascrivibili a qualsivoglia album di famiglia berlusconiano (le indagini puntano sugli anarchici). Questo però non può autorizzare alcun tipo di neutralità, nemmeno nei comunicati stampa. Perché quando la questione arriva ai pacchi bomba, le parole sono la prima cosa con cui andare piano. di Marco Gorra

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